Nella scuola primaria Pestalozzi di Perugia c’è una classe composta principalmente da bambini di origine straniera: solo una bambina è italiana
Nella scuola primaria Pestalozzi di Perugia una classe è composta principalmente da bambini di origine straniera. Tra gli alunni vi è solamente una bambina di genitori italiani, mentre tutti gli altri provengono da coppie straniere. Questo quadro è stato delineato da Isa Settembrini, dirigente dell’istituto comprensivo a cui la scuola appartiene.
Cosa ha detto Settembrini
“Ci sono bambini che vengono da tutte le parti del mondo, di più di 20 nazionalità” spiega. “E’ un esempio di convivenza pacifica e di positività che cerchiamo di arricchire tutti i giorni con il lavoro didattico in classe. Cercando di stabilire relazioni positive che possano arricchire e potenziare le competenze degli alunni e degli adulti. Anche nel rapporto con le famiglie cerchiamo di stabilire delle modalità particolari per allacciare relazioni positive. E ci stiamo riuscendo”.
La dirigente ha quindi evidenziato lo “sforzo nei confronti degli alunni di far capire che lo stare insieme nella diversità è un valore aggiunto”. “Perché si è diversi, si proviene da Paesi e culture diverse e questo arricchisce. Cerchiamo di promuovere lo scambio e di trovare dei punti in comune per crescere e confrontarsi e confrontarci. Per crescere bene e pacificamente, lavorando sul concetto di integrazione, pace e fratellanza. Di andare avanti insieme per costruire qualcosa di bello e di positivo”.
Cosa ha detto il ministro dell’Istruzione Valditara
Il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, a margine del congresso nazionale dell’Associazione nazionale presidi a Roma, sul numero degli studenti di origine straniera nelle classi, ha sottolineato come “si tratta non tanto di fissare tetti rigidi, quanto di realizzare l’obiettivo di garantire una vera inclusione, evitare le classi ghetto, evitare che i ragazzi che non conoscono una sola parola d’italiano siano tutti insieme in maggioranza in una scuola. In questo modo non si fa loro del bene e neanche ai pochi italiani che rimangono in quella classe”.
“L’obiettivo è quello di studiare una riforma seria. È un tema già posto da Berlinguer, firmato da Ciampi, riproposto da Gelmini. Non è un tema propagandistico come è stato scioccamente detto, è un tema serio da affrontare con serietà”.
C’è anche il nodo della dispersione scolastica. I numeri certificati dall’Istat dicono che è oltre il 30% per gli stranieri mentre per gli italiani è del 9,8%. La conoscenza dell’italiano è del 22% in meno per gli studenti stranieri rispetto a uno studente italiano. Per il ministro Valditara “significa un anno in meno”.
“Se vogliamo il bene di questi ragazzi noi dobbiamo fare qualche cosa per includerli, dobbiamo potenziare l’insegnamento dell’italiano e della matematica con corsi specifici per loro e poi dobbiamo evitare che ci siano classi dove la maggioranza dei ragazzi non conosce una parola di italiano, sia perché per l’insegnante è difficilissimo riuscire a spiegare, sia perché è anche più complicato per questi ragazzi”.
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