Notizia dell’ultima ora: Secondo la Commissione europea, la questione della maternità surrogata non è legata al riconoscimento dei diritti dei bambini
20 LUGLIO 2023 – FONTEUFFICIALE – BREAKING NEWS – La Commissione europea ha reiterato il riconoscimento dei diritti di tutti i bambini nei Paesi dell’Unione Europea, indipendentemente dal fatto che i loro genitori siano coppie eterosessuali o omosessuali. Questo riconoscimento, tuttavia, non influisce sulla libertà di ogni Stato di decidere se permettere o vietare la maternità surrogata all’interno dei propri confini nazionali.
La risposta della Commissione arriva a seguito delle preoccupazioni espresse dalla presidenza del Senato italiano riguardo alla proposta di regolamento dell’UE sul certificato di filiazione, che era stata bocciata in commissione Politiche UE lo scorso marzo.
Secondo la Commissione europea, la questione della maternità surrogata non è legata al riconoscimento dei diritti dei bambini. Pertanto, se il regolamento venisse approvato in Italia, dove la gestazione per altri è vietata, ciò non implicherebbe alcun cambiamento in merito. La legge italiana sul divieto di maternità surrogata rimarrebbe inalterata.
Una lettera firmata dal vicepresidente della Commissione, Maros Sefcovic, e dal commissario per la Giustizia, Didier Reynders, ha chiarito ulteriormente che “la proposta non pregiudica la competenza degli Stati membri, ai sensi dei trattati dell’UE, di adottare misure di diritto sostanziale in materia di famiglia e, pertanto, di decidere se regolamentare o vietare la maternità surrogata nel proprio territorio”.
La maternità surrogata era stata al centro del dibattito quando la proposta sul certificato di filiazione era stata respinta dalla maggioranza. Le opposizioni avevano accusato la maggioranza di non voler riconoscere i diritti dei figli delle famiglie omogenitoriali, mentre il centrodestra aveva sottolineato l’opposizione alla mercificazione del corpo femminile e dei bambini.
La Commissione ha chiarito che il certificato europeo non sostituisce il certificato di nascita e non costituisce un accertamento della filiazione. Si tratterebbe semplicemente di una prova di ciò che è già stato accertato da uno Stato membro in base al diritto nazionale applicabile.
Infine, i due commissari hanno espresso la speranza di continuare il dialogo politico in futuro riguardo a questo tema.
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