L’uomo presumibilmente responsabile degli attacchi agli autovelox nel Veneto, noto come “Fleximan”, è stato identificato e denunciato dai carabinieri di Adria e dal Nucleo operativo radiomobile
L’uomo presumibilmente responsabile degli attacchi agli autovelox nel Veneto, noto come “Fleximan”, è stato identificato e denunciato dai carabinieri di Adria e dal Nucleo operativo radiomobile. Si tratta di un uomo di 42 anni, originario di Padova ma residente a Polesine. Durante una perquisizione della sua abitazione, sono stati sequestrati materiali ritenuti rilevanti per l’indagine. È ipotizzato il reato di danneggiamento, con l’accusa di essere coinvolto in cinque episodi di danneggiamento di autovelox nella provincia di Rovigo.
Il modus operandi utilizzato dall’uomo consisteva nel tagliare il palo che sosteneva l’apparecchiatura con un flessibile. Gli attacchi attribuiti a lui includono due episodi a Bosaro il 19 maggio e il 19 luglio dello scorso anno, a Corbola e Taglio di Po alla vigilia di Natale, e infine a Rosolina il 3 gennaio scorso lungo la Statale 309 Romea. È stato proprio l’attacco a Rosolina a portare gli investigatori sulle tracce del sospettato, presumibilmente ripreso dalle telecamere di videosorveglianza.
Chi è Fleximan
L’uomo accusato di essere Fleximan è Enrico Mantoan, 42 anni, precedentemente segretario provinciale di Forza Nuova. Originario di Este, provincia di Padova, ora risiede in un B&B ad Ariano Polesine. Secondo i carabinieri di Adria, Mantoan è collegato a cinque attacchi di autovelox nella provincia di Rovigo. Lavora come operaio manutentore per un’azienda emiliana che si occupa di impianti a gas. È stato individuato grazie alle telecamere di videosorveglianza vicine all’autovelox attaccato a Rosolina (Rovigo) il 3 gennaio 2024. Alcuni suoi post su Facebook, come “Che sia un 2024 esplosivo”, sono stati citati dalle autorità.
Mantoan è anche associato all’associazione Soccorso Nazionale, fondata un anno fa per difendere, secondo quanto dichiarato sulla pagina Facebook del movimento, “l’idea di dignità, soprattutto, italiana, che i governi cercano sempre più di sradicare per inculcare politiche di un nuovo ordine mondiale”. La procura lo accusa di danneggiamento aggravato e interruzione di pubblico servizio. La sua avvocata, Giorgia Furlanetto, ha dichiarato che al momento il suo assistito è solo indagato e che si aspettano lo sviluppo delle indagini.
Le telecamere di videosorveglianza hanno contribuito alla sua identificazione. La polizia ha incrociato i dati delle targhe delle auto con i codici IMEI dei telefoni cellulari nelle vicinanze e ha utilizzato il sistema Alert Alloggiati per identificarlo. Gli autovelox danneggiati nel solo Veneto nell’ultimo anno sono stati sedici, suggerendo che Mantoan potrebbe non aver agito da solo.
Altre procure nel Veneto, tra cui quelle di Belluno, Padova e Treviso, stanno indagando su attacchi simili agli autovelox. La modalità degli attacchi è consistente: i pali che reggono le telecamere vengono tagliati alla base con una mola elettrica, il cosiddetto “flex”, e lasciati a terra. In alcuni casi, l’autore ha lasciato dei volantini di rivendicazione. Episodi simili sono stati segnalati anche in Lombardia e Piemonte.
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