Sciopero di Natale: il 22 dicembre si fermano il turismo e il commercio

5 milioni i lavoratori del settore turistico e del commercio sono chiamati allo sciopero venerdì 22 in negozi e ristoranti, alberghi e agenzie di viaggio, supermercati, mense e attività termali

Sciopero di Natale: il 22 dicembre si fermano il turismo e il commercio

Venerdì 22 dicembre, a tre giorni dal Natale, si fermano il turismo e il commercio. Sono oltre 5 milioni i lavoratori chiamati allo sciopero proclamato da Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs.

Al centro delle rivendicazioni ci sono gli aumenti retributivi necessari a contrastare l’inflazione, che ha falcidiato stipendi spesso bassi. Secondo i sindacati, sei lavoratori su dieci nel turismo e quattro su dieci nel commercio risultano a basso reddito.

È fallito anche un tentativo in extremis di riavviare i negoziati del terziario. Confcommercio e Confesercenti avevano proposto una trattativa ad oltranza a partire dal pomeriggio del 14 dicembre a condizione di portare avanti un confronto «a tutto tondo». I sindacati non ci sono stati e hanno chiesto la rimozione di alcune «pregiudiziali».

La rottura, secondo Filcams, Fisascat e Uiltucs, è dovuta alle richieste delle imprese di una «drastica riduzione di una pluralità di istituti contrattuali quali la 14esima mensilità, i permessi retribuiti e gli scatti di anzianità».

Confcommercio e Confesercenti hanno ribadito in una nota la disponibilità al confronto «immediato» e a «riconoscere incrementi salariali in linea con l’inflazione, ma a condizioni di piena sostenibilità per le imprese».

È intervenuto anche il presidente di Anir, l’Associazione delle imprese di ristorazione di Confindustria, Massimo Piacenti, che ha detto di aver chiesto senza successo un confronto con i sindacati. «Comprendiamo le ragioni dello sciopero, ma non possiamo sentirci responsabili dei motivi dell’interruzione delle trattative, proprio perché non abbiamo potuto prenderne parte», ha dichiarato Piacenti chiedendo di riconoscere la specificità del settore della ristorazione collettiva per il suo ruolo di pubblica utilità e di mettere al centro della distribuzione la questione del caro prezzi altrimenti «insieme al contratto si rischia di portare questo settore al tracollo».

Lo sciopero si svolgerà in tutta Italia e coinvolgerà negozi e ristoranti, alberghi e agenzie di viaggio, supermercati, mense e attività termali.

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