Salario minimo: Istat spiega chi ci guadagnerebbe di più con lo stipendio a 9 euro l’ora

Notizia dell’ultima ora: Salario minimo: Istat spiega chi ci guadagnerebbe di più con lo stipendio a 9 euro l’ora


13 LUGLIO 2023FONTEUFFICIALEBREAKING NEWS – Sono ben 3,6 milioni i rapporti di lavoro in Italia che potrebbero beneficiare dell’introduzione di un salario minimo legale, secondo i dati dell’Istat. Questo dato è emerso durante un’audizione della dirigente Nicoletta Pannuzi davanti alla commissione Lavoro della Camera, durante la quale si stava discutendo la proposta di legge per il salario minimo. I 3,6 milioni di rapporti di lavoro rappresentano quasi il 20% del totale in Italia, corrispondente al 18,2%. Tra questi, circa mezzo milione riguarda contratti di apprendistato, mentre 2,8 milioni sono contratti di qualifica operaio.

Si stima che circa tre milioni di persone vedrebbero un aumento medio dello stipendio di 804 euro all’anno, pari al 14,6%, se la legge sul salario minimo venisse approvata e nessuno potesse essere pagato meno di 9 euro lordi all’ora. Nel complesso, i salari aumenterebbero di 2,8 miliardi di euro all’anno. I settori che trarrebbero maggior beneficio da questa misura sarebbero le altre attività di servizi, con un aumento medio del 20,2% per le persone interessate. Anche le attività di noleggio, agenzie di viaggio e servizi di supporto alle imprese avrebbero incrementi significativi, con un aumento del 14,3% per coloro che attualmente guadagnano meno di 9 euro all’ora.

La proposta di legge avrebbe un impatto positivo anche su circa 389.000 persone che attualmente guadagnano tra 13.550 e 18.000 euro all’anno, con un aumento di stipendio. La metà di queste persone (il 53%) avrebbe un incremento superiore ai 1.500 euro all’anno. Inoltre, i benefici riguarderebbero anche i lavoratori con contratto di apprendistato, con un aumento del 21,8% per gli interessati. Gli under 30 che guadagnano meno della soglia minima vedrebbero un aumento medio del 18%. La misura ridurrebbe anche le differenze territoriali, favorendo chi lavora nel Sud e nelle Isole, con benefici rispettivamente del 16,7% e del 15,1%.

Non va trascurata la situazione delle lavoratrici donne, dato che una quota significativa di esse ha contratti con basse retribuzioni: una su cinque guadagna meno di 9 euro all’ora.

L’Istat ha anche analizzato il caso in cui la soglia del salario minimo fosse fissata a 10 euro l’ora. In questo scenario, i rapporti di lavoro interessati sarebbero poco più di 6 milioni, corrispondenti al 30,6% del totale, con un aumento medio di circa 1.069 euro all’anno, pari al 18,3% per i 5,2 milioni di lavoratori interessati. Anche in questa simulazione, gli under 30 e chi lavora nel Sud e nelle Isole sarebbero i maggiori beneficiari.

Questi dati emergono nel contesto del rapporto sull’occupazione dell’Ocse, pubblicato oggi, che evidenzia la diminuzione del 7% dei salari reali in Italia rispetto al periodo pre-Covid entro la fine del 2022. Stefano Scarpetta, direttore per l’impiego, il lavoro e gli affari sociali dell’Ocse, ha sottolineato l’importanza di un salario minimo, che è presente in 30 dei 38 paesi dell’Ocse.

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