Un incidente avvenuto nel 2019 in un istituto superiore di Pistoia ha portato a un risarcimento di oltre 85.000 euro a carico dei genitori di una studentessa, ritenuti responsabili per mancata educazione. La vicenda è iniziata quando una ragazza spinse volontariamente un’altra contro uno spigolo, causando alla vittima una ferita lacero-contusa alla testa e venti giorni di prognosi. Il tribunale di Firenze ha stabilito che i genitori della ragazza responsabile devono risarcire la famiglia della vittima, colpevoli di non aver impartito un’adeguata educazione al rispetto delle regole. Inoltre, è stato riconosciuto un concorso di colpa da parte della scuola, poiché non c’era alcun docente presente nel corridoio durante l’incidente
Un incidente avvenuto nell’aprile 2019 in un istituto superiore di Pistoia ha portato a un risarcimento di oltre 85.000 euro a carico dei genitori di una studentessa, ritenuti responsabili per mancata educazione. La vicenda è iniziata quando una ragazza spinse volontariamente un’altra contro uno spigolo, provocandole una ferita lacero-contusa alla testa. La vittima, trasportata in ospedale in ambulanza, ha riportato un lungo taglio e ha ricevuto una prognosi di venti giorni, con danni estetici sia temporanei che permanenti.
Il tribunale di Firenze ha stabilito che i genitori della ragazza responsabile della spinta devono risarcire la famiglia della vittima, ritenendoli colpevoli di non aver impartito “un’istruzione consona al rispetto delle regole basilari della civile coesistenza”. Durante il processo, il tribunale ha anche riconosciuto un concorso di colpa da parte dell’istituto scolastico, evidenziando che nessun docente era presente a vigilare nel corridoio al momento dell’incidente. Nonostante la difesa dell’amministrazione scolastica, che ha descritto l’area come “priva di particolari profili di pericolosità”, il giudice ha rigettato questa posizione, affermando che l’assenza di supervisione ha contribuito al verificarsi dell’episodio. Il risarcimento complessivo include danni estetici, spese mediche e legali ed è stato quantificato in una cifra superiore alla richiesta iniziale della famiglia della vittima, che aveva domandato 53.000 euro.