La Corte di Cassazione conferma l’assoluzione di Paolo Bendinelli per la morte di Roberta Repetto (avvenuta nel 2020 a causa di un melanoma)

La Corte di Cassazione ha confermato l’assoluzione di Paolo Bendinelli, fondatore del centro Anidra di Borzonasca, per la morte di Roberta Repetto, avvenuta nel 2020 a causa di un melanoma. La sentenza ha respinto il ricorso dei familiari della vittima, che avevano contestato l’assoluzione in appello. Bendinelli era già stato assolto in precedenti gradi di giudizio e la Cassazione ha ribadito che non vi è stata responsabilità penale né civile da parte sua. Tuttavia, la Corte ha disposto l’annullamento della condanna a un anno e quattro mesi per il medico Paolo Oneda, che aveva operato Repetto, e ha ordinato un nuovo processo d’appello a Genova

La Corte di Cassazione ha confermato l’assoluzione di Paolo Bendinelli, fondatore del centro Anidra di Borzonasca, nel processo legato alla morte di Roberta Repetto, avvenuta nel 2020 a causa di metastasi derivanti da un tumore. La sentenza della Cassazione ha respinto il ricorso presentato dai familiari della vittima, che avevano contestato l’assoluzione in appello. Bendinelli era già stato assolto in appello e la Cassazione ha confermato la sua innocenza, riconoscendo l’infondatezza delle accuse e delle responsabilità civili.

In aggiunta, la Corte ha disposto l’annullamento della condanna a carico del medico Paolo Oneda, che aveva operato Repetto. Oneda era stato inizialmente condannato in primo grado a tre anni e quattro mesi, pena poi ridotta a un anno e quattro mesi in appello. La Cassazione ha ordinato un nuovo processo d’appello che si svolgerà a Genova, per esaminare nuovamente il caso di Oneda.

L’avvocato Giuseppe Sciacchitano, che rappresenta la famiglia Repetto, ha dichiarato che si attendevano le motivazioni della sentenza. L’avvocato Francesca Pastore, difensore di Bendinelli, ha sottolineato che il suo assistito era già stato assolto definitivamente la scorsa estate e che la Cassazione ha rigettato i ricorsi della famiglia in sede civile. L’avvocato Alberto Sirani, difensore di Oneda, ha espresso prudenza e attesa riguardo alle motivazioni del rinvio al nuovo processo.

I giudici d’appello avevano stabilito che Roberta Repetto era capace di intendere e volere e aveva scelto di affidarsi a metodi di cura alternativi. La Corte aveva escluso la condizione di inferiorità psichica della vittima, ritenendo che non fosse stata manipolata o suggestivamente condizionata nelle sue scelte. Questa decisione è stata contestata dalla famiglia Repetto, che ha denunciato un “vuoto normativo” e ha chiesto interventi legislativi al governo.

La sorella di Roberta, Rita Repetto, ha espresso grande sconcerto per la decisione della Cassazione. In una nota, ha affermato: “Con questa sentenza hanno ucciso mia sorella ancora una volta e le hanno tolto ogni dignità”. Ha criticato il sistema giudiziario italiano per aver trattato il dramma umano della manipolazione mentale come una questione secondaria. Nonostante il dolore, la famiglia ha continuato a cercare giustizia per Roberta.

In risposta alla conferma della sua assoluzione, Bendinelli ha pubblicato un messaggio su Facebook in cui afferma: “Le bugie hanno le gambe corte”. Ha descritto il suo percorso giudiziario come lungo e doloroso, ma ha espresso soddisfazione per la conferma della sua innocenza da parte della Corte di Cassazione. Ha sottolineato che questa vittoria non cancella i danni subiti ma rappresenta un monito per chi cerca di distruggere la reputazione altrui senza conseguenze. Bendinelli ha dichiarato che continuerà a lavorare presso il Centro Anidra per promuovere crescita personale e armonia con la natura.