4 Regioni italiane, Veneto, Piemonte, Liguria e Lombardia, hanno chiesto al governo di avviare i negoziati per ottenere l’autonomia differenziata, accelerando le procedure per trasferire funzioni in vari ambiti come commercio estero, energia e istruzione
Quattro Regioni italiane, Veneto, Piemonte, Liguria e Lombardia, hanno già richiesto al governo di avviare i negoziati per ottenere l’autonomia differenziata. Le Regioni stanno accelerando le procedure per il trasferimento di funzioni in alcuni ambiti. Durante il Consiglio dei ministri, il ministro per gli Affari regionali e le Autonomie, Roberto Calderoli, ha fornito informazioni sull’autonomia differenziata, spiegando che la legge stabilisce i principi generali per l’attribuzione di ulteriori forme di autonomia e le modalità per l’approvazione delle intese tra Stato e Regioni.
La legge distingue tra materie e ambiti di materie LEP (livelli essenziali delle prestazioni) e materie non LEP. Le richieste di autonomia devono essere presentate dalle Regioni, sentiti gli enti locali. Tra i settori interessati ci sono commercio estero, energia, trasporti, istruzione, ambiente, cultura, tutela della salute e sport. Per 14 di queste materie, il trasferimento di funzioni dallo Stato alle Regioni richiede prima la definizione dei LEP, che devono essere garantiti a tutti i cittadini.
Il ministro Calderoli ha chiarito che le risorse per finanziare i LEP potrebbero essere stanziate solo a partire dalla legge di bilancio 2026. Le competenze che possono essere trasferite immediatamente alle Regioni, senza prima individuare i LEP, includono commercio con l’estero, previdenza complementare, professioni, protezione civile e coordinamento con la finanza pubblica.
Dopo la richiesta di una Regione, Stato e Regioni hanno cinque mesi per raggiungere un accordo, che può durare fino a dieci anni e può essere rinnovato o interrotto con un preavviso di almeno 12 mesi.
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