Nonostante l’età pensionabile in Italia sia fissata a 67 anni, una delle più alte in Europa, molti lavoratori riescono a ritirarsi molto prima grazie alle pensioni anticipate
Nonostante l’età pensionabile in Italia sia fissata a 67 anni, una delle più alte in Europa, molti lavoratori riescono a ritirarsi molto prima grazie alle pensioni anticipate. Secondo i dati dell’INPS, oltre 157.000 persone ricevono una pensione di vecchiaia o anticipata da almeno 40 anni. Questo fenomeno coinvolge diverse categorie professionali, con circa la metà delle persone che optano per la pensione anticipata prima dei 62 anni e il 28% addirittura prima dei 60.
Nel 2021, in Italia si contavano complessivamente 16,1 milioni di pensionati, tra anticipati e non, che percepivano un totale di 22,8 milioni di pensioni. Questa differenza è dovuta al fatto che in Italia esistono diverse tipologie di pensioni e una persona può riceverne più di una contemporaneamente, come una pensione di vecchiaia e una di invalidità. In particolare, il 78% delle pensioni è costituito da pensioni di invalidità, vecchiaia o superstiti (IVS), il 20% da pensioni assistenziali destinate a chi si trova in difficoltà economica, mentre il restante riguarda pensioni indennitarie, come quelle erogate a seguito di infortuni.
L’INPS rivela che oltre 157.000 persone ricevono una pensione da almeno 40 anni, una folta schiera delle dimensioni di città come Perugia o Livorno composta interamente da pensionati di lungo corso. Di questi, 95.045 provengono dal settore privato e 62.034 dal pubblico. Allargando lo sguardo, si scopre che le persone che percepiscono pensioni IVS dagli anni Ottanta o prima superano quota 549.000, tra settore pubblico e privato.
Le radici di questo scenario affondano negli anni Ottanta, l’epoca delle cosiddette “baby pensioni”, quando una lavoratrice pubblica sposata e con figli poteva andare in pensione con soli 14 anni, sei mesi e un giorno di contributi. Nonostante le riforme successive abbiano cercato di innalzare l’età pensionabile e di limitare l’accesso alle pensioni anticipate, il fenomeno rimane significativo. Le attuali regole permettono ancora il pensionamento anticipato con 42 anni e 10 mesi di contributi, indipendentemente dall’età anagrafica, dopo una finestra mobile di tre mesi.
Ad accentuare il fenomeno delle pensioni anticipate in Italia contribuiscono anche un mercato del lavoro rigido, che rende difficile la ricollocazione dei lavoratori anziani, e le crisi economiche, che hanno portato le aziende a incentivare i pensionamenti anticipati come misura di ristrutturazione. Inoltre, la complessità normativa, frutto di numerose riforme, ha moltiplicato le vie d’uscita per chi desidera lasciare il lavoro prima del previsto.
In un contesto di calo delle nascite, il costo di questo sistema si fa sempre più evidente. In vista della prossima legge di bilancio, il governo sta valutando possibili interventi, in particolare sulla finestra mobile per chi va in pensione indipendentemente dall’età. Una modifica che potrebbe riguardare tra le 100.000 e le 200.000 persone all’anno.
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