Perché Luca Ruffino si è tolto la vita?

Luca Giuseppe Reale Ruffino, presidente di Visibilia Editore, è stato trovato morto nella sua abitazione a Milano la sera del 5 agosto

Perché Luca Ruffino si è tolto la vita?
Perché Luca Ruffino si è tolto la vita? Luca Giuseppe Reale Ruffino, noto imprenditore di 60 anni e presidente di Visibilia Editore, è stato trovato morto nella sua abitazione a Milano la sera del 5 agosto. Il suo corpo è stato scoperto dal figlio, che si era recato a casa del padre dopo essere stato incapace di mettersi in contatto con lui.

A confermare la morte del suo presidente Luca Ruffino è stata la Visibilia editore in un comunicato: “Visibilia editore Spa annuncia, con cordoglio, la prematura scomparsa del Dott. Luca Giuseppe Reale Ruffino, che rivestiva il ruolo di Presidente e Amministratore Delegato, nonché di azionista di maggioranza della Società. La Società si stringe ne dolore alla famiglia del Dott. Ruffino”.

Ruffino si è tolto la vita mediante l’uso di un’arma da fuoco (legalmente detenuta) nel suo appartamento in via Spadolini a Milano.

Secondo quanto riporta il Corriere della Sera “nella stanza, gli investigatori – subito avvisati dal figlio dopo la scoperta del cadavere e arrivati nell’abitazione poco dopo la mezzanotte – trovano alcuni bigliettini scritti dal manager”. In tutto “sei fogli, indirizzati a familiari e collaboratori, a cominciare proprio dai figli Mirko e Andrea, a cui comunicherebbe il suo dispiacere per il dolore che causerà loro il suo gesto. Su uno dei bigliettini, Ruffino spiegherebbe inoltre di aver scelto di togliersi la vita nella sua dimora milanese, invece che nella sede dei suoi uffici, per non turbare colleghi e dipendenti”.

Nonostante la moglie di Ruffino abbia riferito di averlo percepito abbattuto nei giorni precedenti, le autorità non hanno identificato gravi malattie diagnosticate che possano aver influito sulla sua decisione. La donna, che si trovava in Sardegna, lo aveva sentito “strano e un po’ depresso”, e aveva chiesto al figlio di passare a trovare il padre che viveva in via Giovanni Spadolini, alle spalle dell’Università Bocconi.

Nessun problema economico

L’imprenditore, particolarmente attivo nel ramo dell’amministrazione dei condomini con quasi 80mila appartamenti gestiti tramite la sua società quotata a Piazza Affari (la Sif Italia), non aveva problemi dal punto di vista economico, vantando una liquidità che gli ha permesso di entrare nel capitale sociale di Visibilia, diventando nello scorso ottobre amministratore unico dell’azienda editoriale coinvolta nell’indagine per falso in bilancio della procura milanese. Indagine che non lo coinvolge direttamente e in cui non risultava indagato.

“Santanchè ci deve 1,5 milioni e per questo ha messo a garanzia anche la sua casa. Non ho nulla da spartire con lei per il resto e stiamo sistemando le cose che abbiamo trovato qui”, aveva detto il mese scorso in una intervista a Repubblica.

Nell’ottobre scorso – riporta il sito del TgLa7 – era entrato nella società tramite una società controllata da lui stesso denominata Sif Italia, lo stesso mese in cui ne esce la ministra Daniela Santanchè.

“Nell’azionariato – si legge nella nota di Visibilia – sono entrati Luca Giuseppe Reale Ruffino con il 12,94 per cento del capitale, e Sif Italia, spa controllata sempre da Ruffino che ne è anche a.d., con l’8,78 per cento”. A giugno poi arriva a più del 45% delle quote. L’uomo, poi, era anche entrato nel consiglio di amministrazione, diventandone presidente.

Nessun problema di salute

A differenza di alcune voci che si erano diffuse, il manager, a parte piccoli problemi salute, non soffriva di malattie gravi conclamate. “L’avevo visto all’assemblea del primo agosto, era la persona di sempre: positivo, combattente. Mi sembra una notizia incredibile che si sia tolto la vita. Sono senza parole”, ha dichiarato ieri Mirko Berti, presidente del comitato degli inquilini della Torre del Moro, un grattacielo alle porte di Milano andato completamente distrutto in un incendio il 29 agosto del 2021 e di cui Ruffino era amministratore. “Era una persona perbene, molto professionale”, aggiunge -, “ha sempre cercato di aiutare noi inquilini che abbiamo perso la casa. Faceva del bene in silenzio, era molto sensibile. Sempre al nostro fianco, sempre positivo. Per questo non mi capacito”.

“È una notizia sconcertante, un fatto tremendo. Non lo vedevo da qualche tempo. È sempre stato un combattente, mi sembra strano”, ha dichiarato invece l’avvocato Pierluigi Varischi che aveva difeso Ruffino in alcune vicende giudiziarie passate dalle quali era uscito assolto.

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