La Corte di Cassazione ha disposto un nuovo processo d’appello per l’ex sindaco di Torino, Chiara Appendino, per i fatti di piazza San Carlo. La decisione è stata presa lunedì, dopo che Appendino era stata condannata in primo grado a 18 mesi di carcere per gli incidenti avvenuti il 3 giugno del 2017. Quel giorno, nella calca, furono ferite più di 1.500 persone e in seguito morirono due donne: Erika Pioletti e Marisa Amato.
I giudici della Corte hanno riconosciuto la responsabilità penale “irrevocabile” di Appendino per tutti i capi di imputazione, quelli di disastro, omicidio e lesioni colpose. Tuttavia, hanno stabilito che la pena dovrà essere ricalcolata, riducendola. Il nuovo processo non potrà però portare a un’assoluzione dell’ex sindaco, come si auspicavano i suoi legali.
Il processo si è svolto con rito abbreviato e riguarda le presunte lacune nelle misure di sicurezza adottate per l’evento, organizzato per la visione in piazza della finale di Champions League tra la Juventus e il Real Madrid. Appendino era stata condannata con sospensione condizionale della pena nel 2021 e la condanna era stata confermata in appello nel 2023.
I giudici della Corte hanno stabilito che si dovrà celebrare un nuovo processo di appello anche per Paolo Giordana, l’ex capo di gabinetto di Appendino, che era stato condannato alla sua stessa pena, e per il dirigente dell’agenzia che si era occupato della gestione dell’evento, Maurizio Montagnese. I giudici hanno invece assolto in via definitiva “per non avere commesso il fatto” Alberto Bonzano, che all’epoca era dirigente della questura di Torino; l’ex questore Angelo Sanna, che in primo grado era stato condannato a 18 mesi di carcere, era già stato assolto in via definitiva durante il primo processo d’appello.