Il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha dichiarato che “la fase più intensa della guerra a Rafah sta per terminare. Avremo poi la possibilità di spostare parte delle forze a nord e lo faremo”
Il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha dichiarato che “la fase più intensa della guerra a Rafah sta per terminare. Avremo poi la possibilità di spostare parte delle forze a nord e lo faremo. Prima e soprattutto a scopo difensivo e in seconda battuta per riportare gli sfollati alle loro case”. Netanyahu ha rilasciato queste dichiarazioni durante un’intervista a Channel 14, riferendosi alla battaglia contro Hezbollah.
Una volta completate le operazioni principali a Rafah, “affronteremo il nord. Faremo il necessario. Posso garantire agli israeliani che se sarà necessario impegnarsi in questa sfida, lo faremo. Siamo in grado di combattere su diversi fronti e ci stiamo preparando a farlo”, ha affermato.
Netanyahu ha anche affermato che Israele è disposto ad accettare una soluzione diplomatica per eliminare la minaccia di Hezbollah, specificando che tale passo “dovrà essere secondo i nostri termini, quindi includere la rimozione di Hezbollah dal confine”. Ha concluso sottolineando l’importanza che i residenti del nord di Israele possano tornare a casa.
Intanto, il capo degli stati maggiori riuniti USA, Charles Brown, ha dichiarato che gli Stati Uniti non saranno in grado di aiutare Israele a difendersi in una eventuale guerra complessiva con Hezbollah, come invece avevano fatto lo scorso aprile durante l’attacco con i droni dell’Iran. Ha aggiunto che “l’Iran sarà più orientato a sostenere Hezbollah, soprattutto se ritengono che sia particolarmente minacciato”. Brown ha avvertito che una offensiva militare israeliana in Libano potrebbe scatenare una guerra su più vasta scala e mettere in pericolo le forze americane, con la sicurezza delle truppe USA che rimane una priorità per il Pentagono.
Josep Borrell, Alto Rappresentante dell’UE, ha espresso crescente preoccupazione per la situazione al confine tra Libano e Israele, dichiarando “sono sempre più preoccupato” a margine del Consiglio Affari Esteri a Lussemburgo.