Nelle carceri italiane, nell’ultima settimana si sono verificate 4 rivolte e 8 detenuti sono morti, di cui 5 suicidi
Nelle carceri italiane, nell’ultima settimana si sono verificate 4 rivolte e 8 detenuti sono morti, di cui 5 suicidi. Questo bilancio arriva in un contesto di sovraffollamento carcerario, che a luglio ha raggiunto il 135%.
Il 4 luglio, a Sollicciano (Firenze), un giovane tunisino di 20 anni si è tolto la vita impiccandosi nella sua cella. La notizia ha scatenato una rivolta, con i detenuti che hanno incendiato alcune sezioni della struttura. Lo stesso giorno è morto un detenuto entrato nel carcere di Livorno il 24 maggio, che il 1° luglio aveva tentato il suicidio. Anche un 19enne detenuto a Pavia si è tolto la vita.
Neanche una settimana dopo, il 9 luglio a Varese, un uomo di 57 anni è stato trovato morto nel bagno della sua cella. Il 10 luglio, a Viterbo, un altro detenuto è stato ritrovato senza vita, scatenando una rivolta. Il giorno successivo, a Trieste, è stato trovato il corpo senza vita di un uomo nella sua cella.
Domenica 12 luglio è stata la volta del carcere di Torino. Nella notte di domenica, è stato rinvenuto l’ultimo detenuto suicida dell’anno nel penitenziario di Venezia: aveva 37 anni.
Secondo il sindacato di polizia UILPA, il numero dei detenuti suicidi nei primi 7 mesi del 2024 è salito a 56, una cifra “che appare come un bollettino di guerra”. A questi si aggiungono 6 agenti di polizia penitenziaria che si sono tolti la vita nel solo 2024.
Il sovraffollamento carcerario, che in alcuni istituti supera il 200%, è una delle principali cause di questa situazione. Il governo ha presentato un decreto legge per ridurre il problema, ma secondo le associazioni si tratta di “interventi minimali” che non possono essere “minimamente risolutivi”.
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