Nell’ultimo album “Dio lo sa – Atto II” del rapper napoletano Geolier, è presente la canzone “Nun sacc’ perdere”, in cui il cantante cita il suo amico Crescenzo Marino, recentemente condannato a dieci anni di carcere per reati legati alla camorra. Nel brano, Geolier esprime la sua preoccupazione per l’amico in prigione, affermando che non riesce a gioire completamente per il suo successo, poiché pensa alla situazione di Crescenzo
Geolier, il rapper napoletano, ha pubblicato il suo nuovo album intitolato “Dio lo sa – Atto II”, che contiene una canzone dedicata al suo amico Crescenzo Marino, condannato a dieci anni di reclusione per camorra. Nella traccia “Nun sacc’ perdere”, Geolier menziona esplicitamente Crescenzo, sottolineando la sua situazione difficile: “Crescenzo ha preso 10 anni, per questo non esulto più di tanto anche se sto vincendo”.
Crescenzo Marino è il figlio di Gennaro Marino, noto come “McKay”, un boss del clan delle Case Celesti. La condanna di Crescenzo è stata emessa in primo grado nei mesi scorsi e ha suscitato l’attenzione dei media. Nel testo della canzone, Geolier esprime la sua preoccupazione per l’amico in carcere e riconosce che non può godere completamente del suo successo mentre Crescenzo sta scontando la sua pena.
Il rapper racconta nel brano che non ha scritto a Crescenzo da molti mesi e che l’amico non è a conoscenza dei suoi recenti successi, come la partecipazione al Festival di Sanremo e altri eventi significativi della sua vita. Geolier afferma: “Dovrei dirgli più cose. Lui non sa di Sanremo, non sa del contratto”.
Inoltre, Geolier fa riferimento a Crescenzo anche in un’altra canzone, “Cchiu’ fort”, dove riporta un messaggio motivazionale dell’amico: “Nun te perdere, piuttosto j?tta tutte cose. Pienza sulo a v?ncere”.
Crescenzo Marino è in carcere dal luglio 2022 e la sua condanna è stata confermata da testimonianze di collaboratori di giustizia. L’avvocato di Marino ha sostenuto che non ci sono prove concrete del suo coinvolgimento nel clan e ha messo in evidenza le sue attività lavorative e le frequentazioni estranee a dinamiche criminali.