Meloni critica l’Ue sulle nomine che “ignorano il voto dei cittadini”

Giorgia Meloni ha espresso forte irritazione in Parlamento riguardo le nomine dei nuovi vertici europei, criticate per non rispettare il voto dei cittadini e ignorare il ruolo dell’Italia

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Giorgia Meloni ha espresso la sua forte irritazione in Parlamento riguardo le nomine dei nuovi vertici europei, criticate per non rispettare il voto dei cittadini e ignorare il ruolo dell’Italia. Meloni ha contestato sia il metodo che il merito delle scelte fatte da popolari, socialisti e liberali, definendo queste decisioni non democratiche. Ha dichiarato di essere pronta a ribadire queste critiche al Consiglio europeo, dove si discuteranno le nomine.

La possibilità che l’Italia si astenga dal votare il pacchetto di nomine è reale e sarebbe un evento senza precedenti. Meloni ha sottolineato che la rielezione di Ursula von der Leyen dipende da una maggioranza fragile e incerta, che si vedrà al momento del voto segreto dell’Europarlamento. Antonio Tajani, vicepresidente e leader di Forza Italia, ha evidenziato la necessità di mantenere l’unità del Partito Popolare Europeo (Ppe) e ha affermato che il partito voterà a favore del pacchetto attuale, ritenendo improbabile un voto contrario da parte dell’Italia.

Al termine dei lavori in Senato, Meloni ha incontrato i vicepremier Tajani e Matteo Salvini per definire la strategia in vista del Consiglio europeo a Bruxelles. Meloni ha insistito sul fatto che l’Italia deve ottenere il riconoscimento del ruolo che le spetta di diritto. Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha espresso preoccupazione per l’eccessiva conflittualità a livello europeo e ha ribadito che l’Italia non può essere marginalizzata.

Nel suo discorso in Parlamento, Meloni ha criticato le “logiche di caminetto” che hanno prevalso nelle decisioni europee, ignorando il chiaro messaggio dei cittadini per un cambio di passo nelle politiche. Ha affermato che non intende condividere questa “conventio ad excludendum” e che difenderà sempre l’interesse nazionale, senza diventare “la cheerleader” di nessuno.

Meloni ha sottolineato che l’Italia otterrà ciò che le spetta, indipendentemente dalle sue opinioni. Ha puntato a migliorare il posizionamento italiano rispetto alla scorsa legislatura, facendo riferimento al portafoglio di Paolo Gentiloni che, pur avendo gli Affari economici, aveva un vicepresidente esecutivo sopra di lui. La trattativa sembra essersi arenata proprio su questo punto.

I contatti con i leader europei continuano intensamente. Le deleghe, potenzialmente affidate a Raffaele Fitto, non sono ancora definite, e Meloni chiede garanzie su varie questioni, inclusa l’agenda politica. Ha proposto di istituire una “delega specifica alla sburocratizzazione” per semplificare il sistema burocratico che penalizza le imprese, come segnale per avvicinare l’UE ai cittadini. Tuttavia, finora questo segnale non è arrivato.

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