Luce e gas: cosa significa passare dal mercato tutelato al mercato libero?

Quando termina il mercato tutelato? Meglio una bolletta a prezzo fisso o variabile? Come si cambia operatore di luce e gas? Cosa succede a chi non prenderà una scelta?

Luce e gas: cosa significa passare dal mercato tutelato al mercato libero?
Il mercato tutelato dell’energia elettrica e del gas, gestito dall’Autorità di regolazione per l’energia, terminerà il 10 gennaio 2024 per il gas e il primo aprile dello stesso anno per la luce.

Differenza tra mercato tutelato e mercato libero

Il mercato tutelato (o “a maggior tutela”) è un regime di mercato delle bollette di luce e gas amministrato da Arera (l’autorità di regolazione per l’energia). Chi rientra ancora in questo mercato paga una tariffa decisa dall’autorità e basata sui prezzi di mercato della materia prima aggiornata mensilmente per il gas e trimestralmente per quanto riguarda la luce. Anche le altre componenti della bolletta, come le spese per il trasporto e il dispacciamento, sono stabilite da Arera.

Il mercato libero dà, invece, la possibilità di scegliere liberamente le offerte proposte dalle 648 società che vendono energia elettrica e dalle 529 fornitrici di gas metano. Si tratta dello stesso meccanismo valido per esempio nel mercato della telefonia, o dei servizi di rete internet.

Chi è ancora nel mercato tutelato?

Circa un terzo delle famiglie italiane, più o meno 9 milioni di nuclei, è ancora nel cosiddetto “mercato tutelato”. Per i clienti non domestici, vale a dire le imprese, il mercato tutelato è già stato chiuso alcuni anni fa.

Cosa succede se non passo al mercato libero?

Se si decide di non cambiare offerta aderendo entro le scadenze al mercato libero sarà comunque garantita la fornitura di luce e gas. Non saranno quindi staccate le utenze. Per il gas il proprio operatore di appartenenza metterà a disposizione un’offerta (cosiddetta “Placet”) molto simile al mercato tutelato. Per la luce invece il percorso sarà più lungo: Arera sta organizzando delle aste territoriali, i cui vincitori si aggiudicheranno i clienti “ritardatari” per i prossimi tre anni. I prezzi offerti in questo tipo di aste in passato sono stati piuttosto vantaggiosi per i clienti finali: non va quindi esclusa a prescindere l’opzione di non fare nulla.

Come si sceglie l’operatore nel mercato libero?

Il cambio di operatore si può effettuare nei negozi fisici, al telefono o sul sito web dei fornitori di luce e gas. È possibile scegliere operatori differenti per le utenze di luce e gas nella stessa abitazione. Il passaggio è sempre gratuito, tranne nei casi di contratto a prezzo bloccato per un periodo determinato, e richiede al massimo un paio di mesi. Per confrontare le offerte dei diversi operatori si può utilizzare il Portale Offerte messo a disposizione da Arera e Acquirente Unico, che confronta i costi previsti.

Che tipo di offerte sono disponibili sul mercato libero?

Le offerte nel mercato libero si differenziano – semplificando – tra contratti a prezzo fisso e contratti a prezzo variabile. I primi fissano la tariffa pagata per la materia prima generalmente per 12 o 24 mesi, mettendo il consumatore al riparo da eventuali rincari dei prezzi. Il prezzo variabile invece segue l’andamento del mercato, aggiornando le tariffe di mese in mese. I contratti fissi sono generalmente più costosi di quelli variabili al momento della sottoscrizione, e possono prevedere una penale per chi rescinde prima del termine. Esistono anche contratti a tariffa variabile ma con un tetto massimo di prezzo.

Conviene una bolletta a prezzo fisso o variabile?

Nel corso degli ultimi due anni il mercato è stato sconvolto dalla crisi energetica, incidendo anche sulle preferenze degli utenti e sulla disponibilità di offerte degli operatori. Da metà 2022 in poi le offerte a prezzo fisso sono prima quasi scomparse per poi diventare molto più care rispetto alle quotazioni di mercato a cui sono legati i contratti variabili. Per esempio oggi le offerte a prezzo fisso per il gas costano in media più del doppio della maggior tutela. E non a caso chi è passato nei primi sei mesi dell’anno dal tutelato al libero nell’89 per cento dei casi ha scelto una bolletta a prezzo variabile.

Sul mercato libero si paga di più?

Nel corso degli ultimi anni il mercato libero è sempre costato di più rispetto a quello amministrato da Arera. Il motivo è presto detto: il mercato tutelato è rifornito da Acquirente Unico, una società controllata dal Ministero dell’Economia, che offre ai consumatori energia sostanzialmente a prezzo di costo. Una pratica che le società private non possono ovviamente seguire, se vogliono rimanere in piedi. Dal 2021 a oggi la tendenza si è però invertita: i molti contratti a prezzo fisso attivi (circa il 70 per cento del totale) hanno salvaguardato la maggior parte delle famiglie dai rincari record. Rendendo quindi il mercato libero più vantaggioso di quello tutelato che invece oscilla in base alle quotazioni, in media del 30 per cento nel 2022.

Un risultato che però è destinato a mutare nel corso di quest’anno: l’effetto temporaneo dei prezzi fissi si sta affievolendo, e secondo Arera nel 2023 si è già annullato per il gas e lo stesso accadrà per la luce nel secondo semestre. Non è quindi un caso che il 95 per cento di coloro che sono passati dal tutelato al libero nei primi sei mesi dell’anno ci abbiano rimesso. Chi promuove la liberalizzazione ritiene tuttavia che i costi possano ridursi nel corso del tempo, grazie alla maggior concorrenza

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