Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha approvato una risoluzione che chiede “pause e corridoi umanitari urgenti ed estesi” in tutta la Striscia di Gaza “per un numero sufficiente di giorni”
Il Consiglio di Sicurezza dell’ONU, l’organismo principale dell’organizzazione internazionale, ha adottato una risoluzione che sollecita “pause e corridoi umanitari urgenti ed estesi” nella Striscia di Gaza per un periodo di tempo adeguato. Questa decisione è stata proposta da Malta e mira anche alla “liberazione immediata di tutti gli ostaggi prigionieri di Hamas”.
Dei 15 paesi membri del Consiglio, dodici hanno votato a favore della risoluzione. Gli Stati Uniti, il Regno Unito e la Russia, tutti e tre membri permanenti con potere di veto, hanno scelto di astenersi. Questa è la quinta votazione sul conflitto a Gaza, ma è la prima volta che il Consiglio raggiunge un accordo su una risoluzione.
Situazione attuale a Gaza
La Striscia di Gaza si trova sotto assedio da parte di Israele dall’attacco dei miliziani di Hamas avvenuto l’7 ottobre. Da allora, si stima che siano stati uccisi più di 1.200 individui, compresi civili e militari israeliani. Israele ha condotto bombardamenti intensi soprattutto nella parte settentrionale di Gaza. Il 27 ottobre, l’esercito israeliano ha intrapreso un’operazione di invasione del territorio, avvicinandosi alla possibile conquista della città più grande e densamente popolata, Gaza. L’entrata nell’ospedale principale, al Shifa, è stata affermata per eliminare un presunto “centro di comando operativo” di Hamas.
Bilancio del conflitto
Secondo il ministero della Salute di Gaza, controllato da Hamas, più di 11mila persone sono state uccise nel territorio dalla inizio del conflitto. La situazione umanitaria è estremamente critica, con una drammatica necessità di aiuti umanitari e di interventi per porre fine alla violenza e ai disagi prolungati che la popolazione civile subisce. La risoluzione del Consiglio di Sicurezza è vista come un tentativo di creare aperture per garantire assistenza e protezione ai civili coinvolti nel conflitto.
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