PAGELLAPOLITICA – L’Italia è tra i Paesi con meno lettori in Europa

In Europa, l’Italia si colloca tra i Paesi con il minor numero di lettori. Solo il 35% degli italiani con più di 16 anni legge almeno un libro all’anno, una percentuale che pone l’Italia al terzultimo posto nel continente, superando solo Romania e Cipro. Nel 2022, il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, aveva dichiarato: “Nel mio piccolo mi sono autoimposto di leggere un libro al mese: è un fatto di disciplina, come andare a messa”. Non è chiaro se il ministro stia rispettando questa abitudine, ma è evidente che la maggior parte degli italiani non condivide questa disciplina, dato che solo un terzo della popolazione legge almeno un libro all’anno.

Di recente, Eurostat ha pubblicato i dati più recenti sulla lettura di libri tra i cittadini europei. L’indagine, realizzata dall’ufficio statistico dell’Unione Europea, non si basa sulle vendite dei libri, ma su interviste condotte su campioni di popolazione nei diversi Stati membri. Sono considerate le letture nel tempo libero, che comprendono libri, eBook e audiolibri, mentre sono esclusi i testi letti per motivi scolastici o lavorativi. I risultati mostrano che la maggioranza della popolazione italiana è tra le meno propense alla lettura in Europa, con differenze significative legate al sesso e al livello di istruzione.

Nel 2022, il 53% della popolazione dell’Unione Europea di età superiore ai 16 anni ha letto almeno un libro nell’arco dell’anno. Questo significa che quasi la metà dei cittadini europei non ha letto neppure un libro in dodici mesi. Tra coloro che leggono, il 27% ha letto meno di cinque libri all’anno, il 12% ne ha letti tra cinque e nove, e circa il 14% ha letto più di dieci libri.

Il Lussemburgo è il Paese europeo dove si legge di più, con il 75% della popolazione sopra i 16 anni che ha letto almeno un libro nel 2022. Seguono la Danimarca con il 72%, l’Estonia con il 71%, e la Svezia e la Finlandia, entrambe con il 70%. In Italia, invece, solo il 35% della popolazione legge almeno un libro all’anno, una delle percentuali più basse in Europa, superata solo da Cipro con il 33% e dalla Romania con il 29%. Tra gli altri grandi Paesi europei, in Francia il 62% della popolazione sopra i 16 anni ha letto almeno un libro nel 2022, mentre in Spagna la percentuale è del 54% (non sono disponibili dati relativi alla Germania).

I Paesi con la più alta percentuale di “lettori forti” – ovvero coloro che leggono più di dieci libri all’anno – sono l’Irlanda, con il 26% della popolazione, la Finlandia con il 23%, e la Svezia con il 22%. In Italia, questa percentuale è dell’11%, mentre in Romania, Grecia e Cipro è inferiore al 5%.

Nel 2022, il 65% degli italiani sopra i 16 anni non ha letto neanche un libro. Tra chi ha letto, il 16% ha letto meno di cinque libri, il 9% ne ha letti tra cinque e nove, e l’11% ha letto più di dieci libri.

In Italia, le donne e i giovani sono i gruppi che leggono di più. Il 40% delle donne sopra i 16 anni ha letto almeno un libro nel 2022, mentre tra gli uomini questa percentuale scende al 30%. Tra i giovani di età compresa tra i 16 e i 24 anni, il 47% legge almeno un libro all’anno, ma questa percentuale cala al 30% tra i 25 e i 34 anni, e al 34% tra i 35 e i 44 anni. La percentuale risale al 38% tra i 45 e i 54 anni, e raggiunge il 39% tra i 55 e i 64 anni. Tra gli over 75, solo il 21% legge un libro all’anno.

Analizzando i dati per genere ed età, emerge che l’unica categoria in cui oltre la metà della popolazione legge è quella delle donne tra i 16 e i 24 anni, con il 52% che ha letto almeno un libro nel 2022. Al contrario, tra gli uomini sopra i 75 anni, solo il 20% ha letto un libro.

Le abitudini di lettura variano molto anche in base al livello di istruzione. Solo il 19% di chi possiede al massimo la licenza media legge un libro all’anno, una percentuale che sale al 40% tra i diplomati e al 66% tra i laureati. I laureati rappresentano anche la maggioranza dei “lettori forti”, cioè quelli che leggono più di dieci libri all’anno: il 28% dei laureati raggiunge questa soglia, contro il 12% dei diplomati. Le donne leggono più degli uomini in tutte le categorie di istruzione, ma mentre la differenza di genere è marcata tra i diplomati, si riduce tra i laureati.