Le indagini sull’incidente a Mestre

Si stanno analizzando le immagini delle telecamere di sorveglianza sul cavalcavia, e la scatola nera dell’autobus per determinare la velocità e i percorsi del veicolo

Le indagini sull'incidente a Mestre
Martedì sera a Mestre, un incidente ha visto un autobus ribaltarsi da un cavalcavia, causando la morte di 21 persone e ferendone altre 15. Al momento, la causa dell’incidente non è chiara, e la Procura di Venezia ha aperto un’inchiesta per omicidio plurimo stradale. Si stanno analizzando le immagini delle telecamere di sorveglianza sul cavalcavia, e la scatola nera dell’autobus è stata acquisita per determinare la velocità e i percorsi del veicolo.

L’autobus, diretto a Marghera, stava percorrendo una rampa a due corsie di un cavalcavia quando ha sfondato il guardrail, precipitando per una decina di metri e prendendo fuoco. Un video ripreso da una telecamera sotto il cavalcavia mostra il momento dell’incidente, ma a causa di altri veicoli che ostruiscono la visuale, i dettagli sono difficili da discernere.

Dai primi rilievi, non sono state trovate tracce di frenata sull’asfalto, suggerendo che l’autista potrebbe aver avuto un malore come causa dell’incidente. Tuttavia, si tratta al momento solo di un’ipotesi, e sarà eseguita un’autopsia sul corpo dell’autista, Alberto Rizzotto, per ulteriori chiarimenti.

Non è ancora chiaro perché l’autobus abbia preso fuoco. Una possibile ipotesi è che abbia urtato i cavi dell’alta tensione durante la caduta dal cavalcavia. L’autobus aveva una doppia alimentazione, elettrica e a metano, rendendo complesse le operazioni di spegnimento del fuoco.

Tra le vittime, ci sono cittadini ucraini, un tedesco e un neonato di pochi mesi. Undici persone ferite sono state identificate, alcune delle quali versano in condizioni critiche. La procura sta indagando su diverse variabili, inclusi lo stato dell’asfalto, il guardrail e le testimonianze dei sopravvissuti.

La società La Linea Spa, gestore dell’autobus, ha espresso profondo cordoglio e vicinanza alle famiglie delle vittime. L’autobus era stato affittato dalla società Human Company per trasportare turisti di ritorno da una gita a Venezia.

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