Le forze dell’ordine hanno creato dei portali online che sembrano offrire servizi di streaming legittimi, ma che in realtà sono gestiti dalla Polizia. Questi siti sono progettati per apparire identici a quelli autentici e richiedono agli utenti di inserire le proprie generalità e i dati della carta di credito. In questo modo, le forze dell’ordine possono raccogliere informazioni sui clienti dei servizi pirata e utilizzarle per identificare e punire chi utilizza questi servizi illeciti
Le forze dell’ordine hanno avviato una nuova strategia per combattere il fenomeno dello streaming illegale, noto come “pezzotto”. Hanno creato dei portali online che sembrano offrire servizi di streaming legittimi, ma che in realtà sono gestiti dalla Polizia. Questi siti sono progettati per apparire identici a quelli autentici e richiedono agli utenti di inserire le proprie generalità e i dati della carta di credito. In questo modo, le forze dell’ordine possono raccogliere informazioni sui clienti dei servizi pirata e utilizzarle per identificare e punire chi utilizza questi servizi illeciti.
Secondo quanto riportato dal quotidiano La Repubblica, “le forze dell’ordine hanno messo in campo un’arma capace di scombinare i piani dei clienti del pezzotto”. La Polizia ha creato questi siti pirata per raccogliere dati utili a riconoscere gli utenti e a sanzionarli. Le multe per chi viene colto a utilizzare il pezzotto possono variare da 500 euro fino a 5.000 euro.
Inoltre, è emersa una stima secondo cui sarebbero necessarie circa 10.000 multe al mese per ottenere un effetto deterrente sulla pirateria. Se ogni mese 10.000 persone ricevessero una sanzione per l’uso del pezzotto, e la notizia venisse diffusa dai media, molti altri utenti potrebbero decidere di abbandonare la pirateria.
Un ulteriore sviluppo riguarda il Tribunale di Milano, che ha ordinato alla società Cloudflare di collaborare con le autorità. Cloudflare dovrà fornire gli indirizzi IP delle persone che hanno utilizzato i suoi strumenti, come DNS e VPN, per collegarsi a emittenti pirata che trasmettono eventi sportivi come le partite di calcio. Questo passo è stato intrapreso per facilitare l’identificazione degli utenti che violano le normative sul copyright e sull’accesso ai contenuti protetti.