L’Accademia della Crusca: Stop ad asterischi e “ə”, sì al femminile nel linguaggio giuridico

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L'Accademia della Crusca: Stop ad asterischi e ə, sì al femminile nel linguaggio giuridico
21 MARZO 2023FONTEUFFICIALEBREAKING NEWS – L’Accademia della Crusca ha emesso una sentenza definitiva riguardo all’uso della lingua italiana rispettoso della parità di genere. La decisione riguarda la scrittura negli atti giudiziari e ha un senso generale per un uso della lingua italiana rispettoso delle differenze di genere. L’Accademia si è espressa in merito alla distinzione tra i generi maschile e femminile e ha respinto l’idea che la lingua costituisca di per sé un condizionamento e un filtro rispetto alla percezione dei dati empirici reali. L’Accademia ha eliminato l’utilizzo di scritture come amic* o amicə e ha detto no anche alle reduplicazioni retoriche. Tuttavia, ha dato il via libera al plurale maschile non marcato “inclusivo” e ai nomi di professione declinati al femminile come magistrata, avvocata, difensora, pubblica ministero, cancelliera, brigadiera, procuratrice, questora. La lingua giuridica non è sede adatta per sperimentazioni innovative minoritarie che porterebbero alla disomogeneità e all’idioletto. La Crusca sostiene che il maschile plurale non marcato è lo strumento migliore per cui si sentano rappresentati tutti i generi e gli orientamenti, purché si abbia la consapevolezza di quello che effettivamente è un modo di includere e non di prevaricare.

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