La storia del sindaco ripreso mentre ha un rapporto con due donne in Comune

Il sindaco di Santa Marinella ha denunciato alla procura della Repubblica di Civitavecchia che nella cittadina marittima in provincia di Roma circola un video che lo ritrae mentre consumava un rapporto sessuale con due donne

La storia del sindaco ripreso mentre ha un rapporto con due donne in Comune
Il sindaco di Santa Marinella, Pietro Tidei, ha recentemente denunciato un caso di estorsione alla procura della Repubblica di Civitavecchia. La vicenda coinvolge un video che circolava in città, raffigurante il sindaco impegnato in atti sessuali con due donne nella sala riunioni del municipio.

Tutto ebbe inizio da una denuncia presentata da Tidei nei confronti di Fabio Quartiere, proprietario dei ristoranti “L’isola del pescatore” e “Pino al mare” a Santa Severa. L’accusa era di tentata corruzione, poiché Quartiere avrebbe cercato di corrompere il sindaco per ottenere l’autorizzazione ad aprire un albergo nella sua struttura.

Il procuratore di Civitavecchia, Roberto Savelli, aveva inizialmente condotto indagini preliminari su questa accusa, coinvolgendo anche alcuni consiglieri comunali e impiegati del comune, tra cui Roberto Angeletti, Fabrizio Fronti e Giuseppe Salomone. Successivamente, Tidei aveva segnalato un tentativo di estorsione da parte di Angeletti, che, secondo l’accusa, aveva diffuso il video in cui il sindaco era coinvolto in atti sessuali.

La situazione si è ulteriormente complicata quando è emerso che Angeletti aveva fatto circolare il video tra terze persone prima del 15 settembre 2023. Inoltre, Tidei ha dichiarato che esisteva un secondo video che lo ritraeva in atti sessuali con due donne, sempre all’interno del municipio. Tuttavia, l’unico indagato che aveva estratto copie delle registrazioni era Angeletti.

Il giudice per le indagini preliminari, Giuseppe Coniglio, ha respinto la richiesta di arresto di Angeletti, sostenendo che mancavano le esigenze cautelari e che si trattava di fatti di scarsa rilevanza economica.

La situazione ha assunto una svolta interessante quando la Cassazione ha annullato l’ordinanza di arresto senza rinvio, sostenendo che i magistrati non avevano evidenziato le esigenze cautelari.

Pietro Tidei ha sostenuto che questi video erano parte di una vendetta politica e che rappresentavano fatti privati che non avevano nulla a che fare con l’inchiesta sulla corruzione che aveva inizialmente segnalato. Ha dichiarato di non voler discutere della sua vita privata e ha denunciato coloro che hanno diffuso le riprese, affermando che avrebbero dovuto affrontare le conseguenze delle loro azioni.

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