La Sicilia stanzia tre milioni per progetti idrici e la riattivazione dei dissalatori

La Regione Sicilia ha stanziato tre milioni di euro per finanziare progetti volti a trovare nuove fonti idriche e riattivare dissalatori in Sicilia, in risposta alla crisi idrica. Di questi fondi, 1,7 milioni sono destinati a opere per migliorare il sistema acquedottistico, mentre un milione sarà utilizzato per studi idrogeologici per individuare nuove falde acquifere

La Sicilia stanzia tre milioni per progetti idrici e la riattivazione dei dissalatori

La Regione ha stanziato tre milioni di euro per finanziare progetti mirati a trovare nuove fonti idriche, valutare la riattivazione di dissalatori e realizzare condotte idriche per alleviare la crisi in alcune aree della Sicilia. Di questi, 1,7 milioni di euro sono destinati al cofinanziamento di tre opere cruciali: il completamento del sistema acquedottistico Ancipa, l’interconnessione del sistema Garcia-Arancio con la diga Trinità e l’interconnessione della diga Rubino con la vasca di carico Castellaccio a Paceco. Questo finanziamento regionale si aggiunge ai fondi ministeriali di 1,5 milioni di euro proposti dall’Autorità di bacino.

Un altro milione di euro è stato destinato al dipartimento tecnico regionale per studi idrogeologici volti a individuare nuove falde acquifere, data la mancanza di finanziamenti dalla Protezione civile nazionale per tali ricerche. L’intervento della Presidenza della Regione è essenziale per queste attività, che comprendono anche la riattivazione di pozzi esistenti e la trivellazione di nuovi “pozzi gemelli”. Inoltre, 200.000 euro sono stati assegnati alla Protezione civile regionale per indagini sulle condotte marine, preliminari alla riattivazione dei dissalatori di Porto Empedocle, Gela e Trapani.

In passato, i dissalatori in Sicilia, situati a Gela, Trapani e Porto Empedocle, furono chiusi tra il 2010 e il 2014 perché obsoleti e costosi. La cabina di regia sulla siccità della Regione ora propone di riaprirli. Giorgio Micale, professore di ingegneria chimica all’Università di Palermo, sottolinea che, sebbene ripristinare i dissalatori possa aiutare a mitigare la siccità, non è sufficiente da solo e deve essere accompagnato da altre misure come la riduzione delle perdite nelle reti idriche. I progressi tecnologici recenti permettono di avere dissalatori moderni, sostenibili e meno costosi, utilizzando la tecnica dell’osmosi inversa piuttosto che l’evaporazione.

Attualmente, piccoli impianti di dissalazione sono utilizzati nelle isole minori come Lampedusa e Pantelleria. Un nuovo impianto di dissalazione è in costruzione a Presidiana, vicino a Cefalù, con un costo di 40 milioni di euro, finanziato in gran parte dal PNRR. Questo impianto potabilizzerà l’acqua salmastra, con una salinità inferiore a quella dell’acqua di mare.

Nel 2006, i dissalatori fornivano il 21,5% dell’acqua potabile in Sicilia, ma questa percentuale è cambiata con la chiusura degli impianti. Al 2018, il 42% dell’acqua potabile derivava da sorgenti e pozzi, e il 58% dagli invasi. La Regione ha ora incluso nei suoi interventi contro la siccità l’ammodernamento dei dissalatori nei siti dismessi di Porto Empedocle, Paceco-Trapani e Gela, poiché questi siti sono già attrezzati con le infrastrutture necessarie per la distribuzione dell’acqua, evitando così costi maggiori per la costruzione di nuove condotte.

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