La riforma del premierato in 5 punti

La riforma del premierato mira a ridefinire il processo di elezione del Presidente del Consiglio, apportando cambiamenti al sistema istituzionale italiano

La riforma del premierato in 5 punti
La recente riforma del premierato, approvata dal Consiglio dei ministri, presentata attraverso un disegno di legge articolato in cinque articoli, mira a ridefinire il processo di elezione del Presidente del Consiglio, apportando importanti cambiamenti al sistema istituzionale italiano.

Elezione diretta del Presidente del Consiglio

Il fulcro della riforma è l’adozione dell’elezione diretta del Presidente del Consiglio attraverso il suffragio universale e diretto. Questo significa che i cittadini avranno il potere di eleggere il loro leader per un mandato di cinque anni. Tuttavia, è fondamentale sottolineare che questa modifica non comporta un incremento dei poteri del Premier in termini di nomina dei ministri, un compito che rimane sotto l’autorità del Presidente della Repubblica. Piuttosto, la legittimazione popolare attribuirà al Premier un maggior peso politico nelle dinamiche governative.

Sistema elettorale unificato

Il ddl stabilisce che le elezioni per il Presidente del Consiglio e per le Camere avverranno attraverso una singola scheda elettorale. Una legge ordinaria sarà incaricata di disciplinare il sistema elettorale delle Camere, garantendo che il 55% dei seggi venga assegnato alle liste e ai candidati legati al Presidente del Consiglio dei Ministri a livello nazionale. Questo sistema elettorale prevede un premio di maggioranza, richiedendo il superamento di una soglia minima (ad esempio, il 40%) per ottenere il premio. In caso contrario, sarà necessario un ballottaggio.

Fiducia e formazione del Governo

Dopo le elezioni, il Presidente della Repubblica conferisce al Presidente del Consiglio dei Ministri eletto l’incarico di formare il Governo, nominando i Ministri sulla base delle proposte del Premier. Entro dieci giorni, il nuovo Governo si presenta alle Camere per ottenere la fiducia. In caso di insuccesso, il Presidente della Repubblica rinnova l’incarico al Presidente eletto, ma se anche questa seconda formazione non ottiene la fiducia, il Quirinale procede allo scioglimento delle Camere.

Sfiducia al Premier

Durante il corso della legislatura, se il Presidente del Consiglio eletto perde la fiducia dalla sua maggioranza, il Presidente della Repubblica può conferire l’incarico a un altro parlamentare candidato in collegamento al Premier eletto. Questa designazione avviene al fine di implementare le direttive politiche e gli impegni programmatici del Governo precedente. Se anche questo secondo Governo non ottiene la fiducia, il Quirinale procederà allo scioglimento delle Camere.

Senatori a vita

La riforma comporta l’abolizione dei senatori a vita nominati dal Presidente, sebbene coloro che sono attualmente in carica manterranno la loro posizione.

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