La Guardia di Finanza è coinvolta in un caso di spionaggio che la vede intercettare se stessa

La Guardia di Finanza ha avviato un’inchiesta su tre indagati, tra cui un ufficiale dell’ente, accusati di aver abusato dei software per l’ascolto delle intercettazioni. Secondo la Procura, sarebbero state installate apparecchiature di ascolto nelle stanze della Guardia di Finanza a Siracusa e condivise informazioni riservate

La Guardia di Finanza è coinvolta in un caso di spionaggio che la vede intercettare se stessa

La Guardia di Finanza è coinvolta in un caso di spionaggio che la vede intercettare se stessa, con tre indagati accusati di accesso abusivo a software per l’ascolto delle intercettazioni. Gli indagati sono Salvatore Malfa, responsabile dell’azienda GR Sistemi che fornisce sistemi di intercettazione alle procure italiane; Massimo Romanelli, CEO della stessa azienda; e Mario Bordi, ufficiale della Guardia di Finanza. L’inchiesta è emersa dopo che Malfa ha installato dispositivi di intercettazione nelle stanze della Guardia di Finanza a Siracusa su richiesta di Bordi.

Le indagini hanno rivelato oltre 50 casi di accesso non autorizzato ai sistemi di ascolto tra il 5 settembre 2020 e il 30 gennaio 2021. In particolare, Luca Olivieri, tecnico della GR Sistemi, è accusato di aver preso conoscenza dei contenuti delle intercettazioni telefoniche e ambientali in almeno 22 procedimenti penali. Inoltre, è emerso che Malfa si sarebbe introdotto abusivamente nel sistema informatico delle intercettazioni, acquisendo filmati e immagini relativi a intercettazioni in corso presso la Procura di Siracusa.

Malfa è accusato di aver rivelato a Romanelli notizie d’ufficio riservate, inviando tramite WhatsApp fotogrammi estrapolati da servizi di intercettazione video-ambientale. Inoltre, ha avuto accesso a sistemi informatici come Omnilog e G-tel fino al 2017, ascoltando contenuti delle captazioni senza essere formalmente assunto dalla GR Sistemi. Le accuse contro gli indagati comprendono un totale di 32 capi d’imputazione.

Un altro indagato, Giuseppe Giliberto, sostituto commissario presso la Sezione di Polizia Giudiziaria della Procura di Siracusa, è accusato di aver fatto ricerche nella banca dati Sdi per i precedenti di polizia su indicazione di Malfa, in cambio di informazioni sulle intercettazioni.

Collegata all’indagine c’è anche una “riunione massonica” menzionata negli atti. Malfa si sarebbe introdotto abusivamente nel sistema informatico delle intercettazioni il 3 e 4 maggio e il 19 agosto 2018, acquisendo filmati e audio relativi a procedimenti penali in corso.

La prossima udienza del caso è prevista per il 19 dicembre davanti al gup di Milano Roberto Crepaldi, dove si discuteranno le contestazioni dell’inchiesta coordinata dal pm Giovanni Tarzia.

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