La figlia che uccise la madre con un tè avvelenato

Sara Corcione, 39enne, è accusata di omicidio premeditato aggravato dal vincolo di parentela per aver avvelenato, col nitrito di sodio diluito nel tè, sua madre

La figlia che uccise la madre con un tè avvelenato
Il caso di Sara Corcione, accusata di omicidio premeditato aggravato per la morte della madre, Sonia Diolaiti, avvelenata con del nitrito di sodio diluito nel tè, ha suscitato grande interesse e dibattito. Il tragico evento è avvenuto il 27 luglio 2022, ma il corpo della vittima è stato scoperto solo due giorni dopo, il 29 luglio, quando due conoscenti si sono preoccupate del suo silenzio e hanno chiamato i carabinieri.

Sara Corcione, durante l’udienza, ha ricostruito i motivi che l’hanno spinta ad agire, rivelando di aver progettato l’omicidio come un modo per liberarsi definitivamente di una madre con cui aveva sempre avuto rapporti difficili. Ha descritto la sua relazione con la madre come caratterizzata da ordini, paura e incapacità di esprimere liberamente il suo parere.

Il 27 luglio 2022, Corcione ha preparato il tè avvelenato per la madre, conscia delle conseguenze mortali della sostanza utilizzata. La scelta del nitrito di sodio non è stata casuale, ma il risultato di uno studio attento e di esperimenti condotti dalla stessa imputata. Il tè è stato scelto come veicolo per il veleno poiché il suo sapore dolce avrebbe potuto mascherare il sapore salato della sostanza tossica.

Durante la vacanza, Corcione ha agito con freddezza e calcolo, prendendo il tè preparato dalla madre dal frigorifero e portandolo sul terrazzo per berlo, temendo di essere avvelenata. Dopo aver riportato il tè nel frigorifero, ha atteso il momento in cui sua madre avrebbe bevuto la bevanda avvelenata. Quando ha ricevuto una chiamata dalla madre, che si sentiva male, ha deciso di non scendere per paura di vedere il risultato del suo piano.

Il successo del piano è stato confermato quando Corcione non ha più sentito richiamare sua madre e ha deciso di andare a letto senza controllare la situazione. Ha confessato agli inquirenti di aver dormito bene quella notte, come mai prima d’ora.

La difesa di Sara Corcione ha sollevato la questione della sua capacità di intendere e volere, suggerendo che il suo disturbo paranoide schizoide potrebbe aver compromesso la sua capacità di autodeterminarsi. È stata richiesta una perizia super partes per valutare il suo stato mentale.

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