I leader e i ministri di una 98 di Paesi di Asia, Africa, Europa, Medio Oriente e America Latina si riuniranno oggi e domani in Svizzera per la conferenza di pace sulla guerra in Ucraina
I leader e i ministri di circa 90 Paesi provenienti da Asia, Africa, Europa, Medio Oriente e America Latina si riuniranno oggi e domani al Buergenstock, un resort di lusso situato sulle alture sopra Obbuergen, nel Canton Nidvaldo, in Svizzera, con vista panoramica sul Lago dei Quattro Cantoni.
Il vertice si terrà in un contesto esclusivo, in un resort dotato di due hotel a cinque stelle, ristoranti e spa. La conferenza di pace sull’Ucraina è stata organizzata dal governo svizzero in risposta a una richiesta esplicita del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, avanzata nel gennaio scorso, in virtù della lunga tradizione di neutralità della Svizzera e del suo ruolo nelle relazioni internazionali.
La conferenza animerà questo angolo tranquillo della Svizzera centrale, con giovani militari svizzeri già presenti in corrispondenza delle principali rotatorie nella zona intorno a Stans, capoluogo del Canton Nidvaldo, e punto di partenza delle navette per il resort.
Per facilitare l’arrivo e la partenza delle delegazioni, l’Ufficio federale dell’aviazione civile ha sospeso temporaneamente il coprifuoco notturno all’aeroporto di Zurigo nelle notti tra il 15 e il 16 giugno e tra il 16 e il 17 giugno, il che potrebbe causare ritardi nei voli di linea.
La lista degli assenti
La conferenza di pace in Svizzera sull’Ucraina inizia con delle importanti assenze. La Russia, uno dei principali attori del conflitto, non è stata invitata. Inoltre, la Cina, un partner fondamentale per Mosca, non parteciperà. Senza il supporto tecnologico cinese, la capacità militare-industriale russa sarebbe significativamente compromessa. Anche il presidente brasiliano Inacio Lula da Silva non parteciperà, a causa della sua nota mancanza di simpatia per Zelensky.
Per quanto riguarda i BRICS, il premier indiano Narendra Modi è stato invitato ma probabilmente non parteciperà, anche se l’India sarà comunque rappresentata adeguatamente dal segretario agli Affari Esteri, Pavan Kapoor. Gli Stati Uniti invieranno la vicepresidente Kamala Harris, nonostante Zelensky avesse pubblicamente richiesto la presenza del presidente Joe Biden. L’Indonesia e il Sudafrica manderanno dei diplomatici, mentre la Turchia sarà rappresentata dal ministro degli Esteri, Hakan Fidan. L’Unione Europea sarà presente ai massimi livelli con Charles Michel, Ursula von der Leyen e Roberta Metsola. Parteciperanno anche il cancelliere tedesco Olaf Scholz, il presidente francese Emmanuel Macron e il presidente polacco Andrzej Duda. Per l’Italia è confermata la presenza del ministro degli Esteri Antonio Tajani, mentre la partecipazione della presidente del Consiglio Giorgia Meloni è ancora da confermare.
Alla vigilia della conferenza, il presidente russo Vladimir Putin ha chiesto all’Ucraina di ritirare le sue truppe dal sud e dall’est del Paese e di rinunciare ad aderire alla NATO. Ha specificato che Kiev dovrebbe abbandonare le regioni di Donetsk, Luhansk, Zaporizhzhia e Kherson, nonostante la Russia non controlli interamente nessuna di queste aree. Volodymyr Zelensky, giunto in Svizzera, ha respinto queste richieste, paragonandole agli ultimatum di Adolf Hitler, sottolineando così la difficoltà di raggiungere un accordo di pace imminente.
160 paesi invitati (quasi 70 hanno detto no)
Dei 160 Paesi invitati alla conferenza, solo 92 hanno confermato la loro partecipazione. Il governo svizzero ha dichiarato che uno dei temi in discussione sarà la possibile inclusione della Russia nel processo di pace, data la sua posizione di aggressore. La lista dettagliata dei Paesi partecipanti e dei livelli di rappresentanza sarà comunicata ufficialmente in serata, ma si prevede la presenza di circa novanta nazioni, molte delle quali rappresentate ai più alti livelli governativi.
L’obiettivo del vertice
La conferenza di pace in Svizzera sull’Ucraina, secondo il portavoce dell’UE per gli Affari Esteri Peter Stano, rappresenta “l’inizio di un processo” volto a sviluppare parametri comuni per una pace giusta, radicata nei principi della Carta delle Nazioni Unite. L’assenza della Cina, che ha formato un’alleanza informale con Mosca, è vista negativamente a Bruxelles. Stano ha dichiarato: “È molto spiacevole che la Cina, che afferma di difendere il diritto internazionale, abbia deciso di non partecipare”. L’idea è di iniziare discussioni che possano portare a una pace giusta rispettando i principi della Carta delle Nazioni Unite.
Per la Commissione Europea saranno presenti la presidente Ursula von der Leyen e l’Alto Rappresentante Josep Borrell. Stano ha sottolineato che l’assenza della Russia non è imputabile all’UE, poiché la conferenza è organizzata dalla Svizzera. Tuttavia, anche se invitata, la Russia ha chiarito di non essere interessata alla pace, puntando invece a un’escalation del conflitto.
Alla conferenza parteciperanno rappresentanti di quasi 100 nazioni provenienti da Asia, Africa, Europa, Medio Oriente e America Latina, oltre a diverse organizzazioni internazionali. Questo ampio sostegno internazionale dimostra una robusta opposizione all’aggressione della Russia in Ucraina. Stano ha ribadito che la Russia ha deciso di diventare un “aggressore criminale”, mirando all’escalation della guerra e colpendo il più possibile i civili. La Svizzera intende utilizzare la conferenza per “dare impulso al processo di pace” e “definire gli elementi pratici e le misure per realizzarlo”, contribuendo così alla preparazione di possibili formule di pace. La conferenza permetterà agli Stati presenti di condividere idee per una pace globale, giusta e duratura in Ucraina. Secondo Cenk Tamer, dell’Ankara Center for Crisis and Policy Studies, il vertice sta diventando una piattaforma di solidarietà politica per rafforzare il sostegno dell’Occidente all’Ucraina, piuttosto che semplicemente una parte degli sforzi di pace.
La Russia non è stata invitata
Alla conferenza per la pace in Ucraina non è stata invitata la Russia. Questo rende la conferenza particolare, poiché manca una delle parti in conflitto e qualsiasi terza parte neutrale.
Il Governo russo ha diffuso i punti fondamentali del suo piano di pace, proposti dal Ministero degli Esteri. La Russia non propone un congelamento del conflitto, ma la sua cessazione definitiva, senza tregua, ma con una pace. Tra i punti principali:
Il ritiro delle truppe ucraine dalle repubbliche popolari di Lugansk e Donetsk, e dalle regioni di Kherson e Zaporozhye.
La dichiarazione di Kiev di non aderire alla NATO.
Lo status neutrale e denuclearizzato dell’Ucraina.
La Russia garantisce il ritiro sicuro delle unità ucraine dal Donbass.
Gli accordi per una soluzione pacifica devono essere inclusi in trattati internazionali e prevedere la revoca delle sanzioni contro la Russia.
Lo status delle regioni di Crimea, Sebastopoli, DPR, LPR, Zaporozhye e Kherson come parte della Federazione Russa deve essere registrato nei documenti internazionali.
Il governo russo ha chiarito che, in caso di rifiuto, queste condizioni non saranno riproposte. La proposta include un invito alla NATO e ai partner della CSTO e della CSO a raggiungere un accordo di sicurezza in Eurasia, proponendo una sorta di “NATO euroasiatica” come alternativa alla NATO atlantica.
La Russia continuerà il sostegno ai BRICS come sistema economico alternativo al WTO. Le proposte russe sono ambiziose e susciteranno discussioni in Svizzera, specialmente riguardo ai territori occupati. Chiedere a Putin di abbandonare volontariamente questi territori sembra improbabile.
Le proposte pongono i principali attori di fronte a una scelta: continuare il conflitto o prendere queste condizioni come base di discussione, senza limitarsi a prendere il sole in Svizzera.
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