La cellula neonazista smantellata dalla polizia in Italia avrebbe collegamenti con il battaglione ucraino Azov

Una cellula di neonazisti è stata smantellata dalla polizia in Italia, con 12 persone arrestate per associazione con finalità di terrorismo e istigazione a delinquere. Tra le intercettazioni telefoniche, è emerso un piano per attentare alla vita del Presidente del Consiglio Giorgia Meloni. I membri della cellula, chiamata Werwolf Division, possedevano oggetti legati al battaglione Azov, noto per le sue posizioni estremiste e accusato di crimini di guerra. Le indagini hanno rivelato contatti tra i neonazisti italiani e formazioni ultranazionaliste ucraine, con segnalazioni di addestramenti paramilitari

Una cellula di neonazisti è stata arrestata dalla polizia italiana con l’accusa di pianificare un attentato contro il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. L’operazione ha portato all’arresto di 12 persone, accusate di associazione con finalità di terrorismo, propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale, etnica e religiosa, oltre alla detenzione illegale di armi.

Le indagini sono state condotte dalla Procura di Bologna e hanno rivelato intercettazioni telefoniche in cui un membro del gruppo, Salvatore Nicotra, descriveva un piano per uccidere Meloni. In una conversazione, Nicotra affermava di voler addestrare cinque persone per eseguire l’attentato. Il gruppo si chiama “Werwolf Division”, un nome che richiama un’organizzazione delle SS tedesche attiva negli ultimi mesi della Seconda Guerra Mondiale.

Durante le perquisizioni effettuate dalla polizia, sono stati trovati simboli del Battaglione Azov, un controverso gruppo paramilitare ucraino di ispirazione neonazista. Tra gli oggetti sequestrati c’erano anche coltelli e un libro intitolato “Walhalla Express”, che racconta la storia di un volontario del Battaglione Azov. Questo suggerisce possibili legami tra i neonazisti italiani e i gruppi estremisti ucraini.

Il gruppo “Werwolf Division” era attivo anche su Telegram, dove pianificava le sue attività. Gli inquirenti hanno scoperto che l’organizzazione aveva contatti con movimenti estremisti italiani e stava cercando di creare una rete più ampia per realizzare azioni violente.

Il Ministro dell’Interno ha sottolineato che questa indagine dimostra la minaccia rappresentata dai gruppi neonazisti e la necessità di mantenere alta l’attenzione su questi fenomeni. L’operazione ha coinvolto perquisizioni in diverse città italiane, tra cui Bologna, Napoli, Milano e Roma.

Il gruppo era già sotto osservazione da parte delle autorità dal 2022, quando erano emersi segnali della loro attività attraverso volantini che incitavano alla violenza. Gli arrestati dovranno ora rispondere delle accuse davanti alla giustizia italiana.