In diverse regioni italiane sono state introdotte norme che hanno portato ad aumenti di stipendi per governatori, consiglieri regionali, sindaci, assessori e consiglieri comunali

Notizia dell’ultima ora: In diverse regioni italiane sono state introdotte norme che hanno portato ad aumenti di stipendi per governatori, consiglieri regionali, sindaci, assessori e consiglieri comunali

In diverse regioni italiane sono state introdotte norme che hanno portato ad aumenti di stipendi per governatori, consiglieri regionali, sindaci, assessori e consiglieri comunali
15 LUGLIO 2023FONTEUFFICIALEBREAKING NEWS – L’abolizione del taglio dei vitalizi al Senato e l’aumento delle indennità dei capigruppo alla Camera rappresentano solo gli ultimi sviluppi di un movimento che si sta diffondendo in tutto il Paese, dai consigli regionali ai Comuni. Si tratta di un movimento politico trasversale che, dopo gli anni di tagli ai privilegi e di lotta all’anticasta, sta cercando di riprendere ciò che considera suo.

Da diverse regioni italiane, come il Friuli Venezia Giulia alla Sicilia, da Verona a Roma, negli ultimi tempi si sono verificate una serie di norme che hanno portato ad aumenti degli stipendi per governatori, consiglieri regionali, sindaci, assessori e consiglieri comunali. In alcuni casi, tali aumenti sono stati di una portata tale da risultare incomprensibili rispetto al resto del mondo reale.

Recentemente, in Friuli Venezia Giulia è stato varato un aumento dell’assegno dei vitalizi per gli ex componenti del consiglio regionale, adeguandolo all’inflazione. La capogruppo del Movimento 5 Stelle ha protestato contro questi aumenti improvvisi, ma la sua richiesta di approvare una norma per evitarli è rimasta senza successo. In Toscana, invece, l’aumento dei vitalizi e dello stipendio dei consiglieri regionali è stato bloccato grazie a una norma che non è stata impugnata dal governo Meloni, dimostrando così che certi automatismi possono essere fermati. Tuttavia, in Sicilia, si è assistito a un blocco solo apparente. Durante l’approvazione del bilancio interno dell’Assemblea regionale, i 70 deputati sembravano non essersi accorti che l’assegno era aumentato di 850 euro al mese, in aggiunta ai già “generosi” 9.000 euro netti mensili.

Dopo le polemiche, qualcuno ha preso posizione. Antonello Cracolici del Partito Democratico ha difeso l’autonomia dell’Assemblea, sostenendo che gli attacchi contro di essa erano ingiustificati. Anche il presidente dell’Ars, Gaetano Galvagno di Fratelli d’Italia, ha proposto una norma riparatrice per contrastare la Casta, congelando l’adeguamento Istat per 4 anni. Tuttavia, questo congelamento non riguarda l’aumento di 850 euro che rimane nelle buste paga dei 70 deputati, ma solo gli adeguamenti futuri.

Alcuni consigli regionali hanno aumentato lo stipendio di soli 300 euro, come in Sardegna, mentre altri hanno legato l’aumento futuro a quello degli stipendi dei dipendenti regionali, come in Trentino Alto Adige, dove i vitalizi sono stati incrementati del 3,8% per tre anni. In molte regioni, come in Puglia, si è deciso di ripristinare l’assegno di fine mandato, che era stato abolito nel 2013. La stessa tendenza si riscontra in molti comuni, in base a una norma generale dello Stato del 2021, spesso senza considerare la situazione economica reale degli enti locali.

A Roma, i consiglieri comunali hanno approvato una delibera lo scorso aprile che prevede quasi il raddoppio dello stipendio, ma inizialmente era stata bocciata dalla Corte dei conti perché mancava la previsione di spesa. A Verona, con una determina del segretario generale, sono state stabilite nuove indennità, con lo stipendio del sindaco aumentato da 6.767 euro a 9.672 euro al mese. A Palermo, i consiglieri comunali hanno effettuato una sorta di sciopero bianco, non raggiungendo il numero legale delle sedute per diverse settimane. Adesso, si promette che almeno il 50% dell’aumento dell’indennità sarà coperto dai fondi della Regione, nonostante il suo debito di 5 miliardi di euro. Il vento è cambiato e, dopo alcuni anni di tagli, la politica sta lottando contro l’inflazione, ma soprattutto per se stessa.

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