Il terrorista Anders Breivik

Anders Behring Breivik è un terrorista norvegese, conosciuto in quanto autore degli attentati del 22 luglio 2011 in Norvegia, che hanno provocato la morte di 77 persone

Il terrorista Anders Breivik

Anders Behring Breivik, nato a Oslo il 13 febbraio 1979, è un terrorista norvegese noto per aver perpetrato gli attentati del 22 luglio 2011 in Norvegia, che hanno causato la morte di 77 persone. Breivik si è dichiarato un anti-multiculturalista, anti-marxista e anti-islamista, ed è autore del memoriale intitolato “2083 – Una dichiarazione europea d’indipendenza”. In questo documento di 1518 pagine, si definisce “salvatore del cristianesimo” e “il più grande difensore della cultura conservatrice in Europa dal 1950”. Si identifica come cristiano protestante e si esprime in modo critico nei confronti del Papa, in particolare di Benedetto XVI.

Breivik ha avuto contatti con la loggia norvegese St. Olaus til de tre Søiler, ma dopo il suo arresto è stato immediatamente espulso dall’ordine. Durante la sua detenzione, ha dichiarato di identificarsi come nazionalsocialista. Inizialmente, è stato considerato affetto da schizofrenia paranoide, ma una controperizia ha stabilito che era “sano di mente e quindi penalmente responsabile”, riconoscendogli solo un elevato disturbo narcisistico della personalità. Il 24 agosto 2012, Breivik è stato condannato a ventuno anni di carcere, la pena massima prevista dalla legge norvegese.

Nato da una madre infermiera, Wenche Behring, e un padre economista, David Breivik, Anders trascorse il suo primo anno di vita a Londra, prima che i genitori divorziassero. Dopo il divorzio, visse a Oslo con la madre e la sorella, mantenendo contatti con il padre e la matrigna fino al loro divorzio, avvenuto quando aveva dodici anni. Breivik criticava i suoi genitori per il loro sostegno alle politiche del Partito Laburista Norvegese e disapprovava la madre per le sue tendenze femministe. Durante la sua educazione, scrisse di non approvare la sua “educazione superliberale e matriarcale”, che riteneva priva di disciplina.

Frequentò la Scuola di commercio di Oslo, dove un ex compagno di classe lo descrisse come uno studente intelligente che si prendeva cura dei compagni vittime di bullismo. Breivik ricevette la cresima della Chiesa protestante norvegese all’età di quindici anni. Nel suo memoriale, affermò di aver causato danni per circa 700.000 euro tra i quindici e i sedici anni, distruggendo venti sistemi ad alta tecnologia per la convalida dei biglietti della compagnia di trasporto pubblico di Oslo.

A sedici anni, dopo aver iniziato a fare graffiti, il padre interruppe i contatti con lui. Breivik non ricevette addestramento militare ufficiale, essendo stato giudicato “non idoneo al servizio” durante la valutazione per la leva obbligatoria. Nel 1997, a diciotto anni, perse due milioni di corone norvegesi in borsa. A ventuno anni, si sottopose a interventi di chirurgia estetica per rimodellare il volto, affermando di essere soddisfatto dei risultati. Dopo i ventuno anni, lavorò nel servizio clienti di un’azienda, dove le opinioni sui suoi comportamenti erano contrastanti. Alcuni colleghi lo descrivevano come gentile, mentre un amico intimo lo riteneva narcisista e irritato dalla presenza di persone di origini mediorientali o dell’Asia del sud.

Breivik si avvicinò a un gruppo di estrema destra inglese, l’English Defence League, che ammirava per la sua capacità di provocare reazioni estreme da parte di gruppi musulmani e di estrema sinistra. Breivik progettava di fondare un gruppo simile in Norvegia.

La pianificazione dell’attacco

Anders Behring Breivik affermò di aver pianificato l’attacco per oltre nove anni, quando nel 2002 partecipò a un incontro segreto a Londra per la costituzione di un movimento di resistenza armata contro quella che definiva “invasione islamica” e per la difesa del retaggio culturale europeo. Secondo le sue dichiarazioni, il motivo che lo aveva spinto a compiere l’attentato era quello di mandare un “messaggio forte al popolo, per fermare i danni del Partito Laburista Norvegese” e per fermare “una decostruzione della cultura norvegese per via dell’immigrazione in massa dei musulmani”. Breivik affermò sia di non aver agito da solo (due cellule della sua organizzazione lo avrebbero aiutato con la bomba), sia di aver compiuto interamente tutte le azioni criminali senza complici. Tuttavia, la polizia norvegese, alla luce degli elementi raccolti, escluse che Breivik avesse avuto qualche complice.

Processo e condanna

Il processo contro Breivik ebbe inizio il 16 aprile 2012 presso il palazzo di giustizia di Oslo e sotto la giurisdizione del tribunale distrettuale di Oslo. I procuratori nominati furono Inga Bejer Engh e Svein Holden con Geir Lippestad come consulente legale di Breivik. Il 24 agosto seguente Breivik venne giudicato sano di mente e riconosciuto colpevole di tutti i capi di imputazione a suo carico. Gli fu irrogata una condanna a 21 anni di carcere (avendo la Norvegia da tempo abolito l’ergastolo dal proprio ordinamento), prorogabili di altri cinque per un numero indefinito di volte qualora, a pena scontata, fosse ancora ritenuto socialmente pericoloso. Durante il processo furono smentite molte dichiarazioni fatte da Breivik riguardo alla propria organizzazione e ai suoi successi imprenditoriali. Lo stesso Breivik affermò in seguito di aver scritto meno di metà del suo memoriale “2083: Una dichiarazione europea d’indipendenza”, avendo copiato e incollato il resto da scritti e manifesti di altri autori, tra cui quello di Unabomber. L’avvocato di Breivik, Geir Lippestad, rese noto che il suo cliente non avrebbe presentato ricorso d’appello, avendo in precedenza dichiarato di non riconoscere l’autorità della corte: affermò di non “potersi” appellare in quanto ciò non avrebbe fatto altro che “legittimare le decisioni della corte” di Oslo.

Dopo il processo e vita in carcere

Breivik è detenuto nel carcere di massima sicurezza di Skien in qualità di “detenuto speciale”. Il 23 marzo 2013 sua madre Wenche Behring morì per complicazioni legate al cancro. Si erano incontrati circa una settimana prima nel carcere di Ila e a Breivik era stato permesso di oltrepassare la schermata divisoria in vetro per darle un “abbraccio d’addio”. Dopo la morte della madre domandò di poter presenziare al funerale, ma la richiesta non fu accolta. Nel luglio 2015 ha iniziato un corso di scienze politiche all’Università di Oslo.

Attività politica e tentativi di corrispondenza

Già nel 2012 Breivik cominciò a progettare la costituzione di un’organizzazione nota come Movimento Conservatore Rivoluzionario che sarebbe stata costituita da una cinquantina di attivisti di estrema destra in tutta Europa, oltre a un’addizionale organizzazione tesa a rappresentare gli attivisti in carcere. Avrebbe anche tentato di instaurare una corrispondenza con il terrorista svedese (incarcerato) Peter Mangs (autore degli attentati terroristici di Malmö) e l’estremista tedesca Beate Zschäpe. Nello stesso anno ha inoltre intensificato l’attività di scrittore, con l’intenzione dichiarata di scrivere tre libri: uno con la sua versione dei fatti riguardo agli attentati, il secondo per discutere e trattare la sua ideologia, e l’ultimo per illustrare le sue visioni e progetti per il futuro.

Processo civile contro la Norvegia

Il 15 marzo 2016, Anders Behring Breivik ha intentato una causa contro il sistema carcerario norvegese, sostenendo di aver subito una violazione dei suoi diritti umani. Alcuni ritengono che Breivik sperasse di utilizzare questo processo come piattaforma per diffondere le sue convinzioni politiche. Durante il processo, si presentò in aula con i capelli rasati a zero e fece il saluto nazista, dichiarando la sua conversione a tale movimento. Il 20 aprile dello stesso anno, fu annunciato che Breivik aveva vinto la causa, ma lo Stato norvegese dichiarò l’intenzione di presentare appello nel gennaio 2017. Il 10 gennaio 2017, Breivik si presentò in aula con la testa rasata e una folta barba curata, ripetendo il saluto nazista. Durante il processo, egli affermò che la sua permanenza in prigione lo aveva estremizzato al punto da spaventarsi per ciò che aveva cominciato a scrivere e pensare.

Dichiarazioni successive

Breivik ha confessato alla polizia di aver progettato in passato anche l’uccisione del presidente degli Stati Uniti Barack Obama. Durante il processo intentato contro la Norvegia, dichiarò di essersi convertito al nazismo durante la sua detenzione. Nel 2017, cambiò legalmente il suo nome in Fjotolf Hansen. La sua visione religiosa, precedentemente definita come fondamentalismo cristiano, è ora identificata come odinismo. In una lettera al quotidiano norvegese Dagen, affermò: “non sono e non sono mai stato cristiano”, aggiungendo che ci sono poche cose al mondo che sono più “patetiche della figura di Gesù e del suo messaggio”. Breivik dichiarò di pregare e fare sacrifici a Odino, identificando la sua religione nell’odinismo.

Influenze sulla società e altri attacchi

Le azioni di Breivik e il suo arresto hanno avuto un impatto significativo su altri attacchi successivi. Diversi attaccanti si sono ispirati a lui, dando vita a fenomeni di imitazione. Ad esempio, Adam Lanza, autore del massacro alla Sandy Hook Elementary School, aveva manifestato l’intenzione di superare Breivik. Inoltre, il 21 novembre 2012, un uomo di nazionalità polacca fu fermato con l’accusa di pianificare un attacco al parlamento polacco ispirato proprio a Breivik. Ali Sonboly, l’autore della strage di Monaco di Baviera del 22 luglio 2016, aveva come immagine del profilo su WhatsApp una foto di Breivik e scelse la data dell’attacco come “omaggio” a lui. Anche Brenton Tarrant, che il 15 marzo 2019 ha compiuto una strage in due moschee a Christchurch, uccidendo 51 persone, dichiarò di essersi ispirato principalmente a Breivik e a Dylann Roof.
In ambito musicale, il gruppo olandese Epica ha dedicato una canzone alle vittime di Breivik nell’album “Requiem for the Indifferent” del 2012.

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