Il Governo vuole considerare i migranti 16enni come “quasi maggiorenni”

Il governo vuole ridurre i fondi destinati ai migranti minori non accompagnati per finanziare la previdenza integrativa degli agenti di polizia e del personale delle forze armate

Il Governo vuole considerare i migranti 16enni come
11 DICEMBRE 2023FONTEUFFICIALEBREAKING NEWS – Il governo vuole risparmiare sui migranti considerando i 16enni «quasi maggiorenni»
Il governo ha deciso di ridurre i fondi destinati ai migranti minori non accompagnati, trasferendo una parte di questi fondi, 15 milioni di euro, per finanziare la previdenza integrativa degli agenti di polizia e del personale delle forze armate. Questo taglio si attua attraverso due decreti legge che modificano le assegnazioni di fondi all’interno del bilancio del Ministero dell’Interno.

Uno dei decreti, denominato decreto Anticipi, aveva stanziato 68 milioni di euro per i Comuni, i quali sono obbligati per legge ad accogliere i minori migranti. Tuttavia, un altro decreto datato 5 ottobre ha ridefinito la definizione di “quasi maggiorenni”, considerando gli ultra sedicenni non accompagnati come tali. Questo cambiamento consente di considerare i ragazzi oltre i 16 anni come se fossero già maggiorenni, consentendo al governo di spostare i fondi destinati ai minori verso altri scopi.

La modifica comporta una riduzione dei fondi per i minori non accompagnati, i quali hanno diritto a un trattamento speciale, con costi notevoli che oscillano tra i 70 e i 100 euro al giorno per ciascun individuo. Nell’ultimo anno, sono sbarcati 16.000 minori non accompagnati, a cui si aggiungono i 10.000 dell’anno precedente.

Questa modifica ha sollevato preoccupazioni etiche e giuridiche da parte di figure come Matteo Biffoni, sindaco Pd di Prato e responsabile Anci per le questioni dell’immigrazione. Egli ha affermato che “sistemare i minori con gli adulti è una scelta inaccettabile”. Inoltre, vi è una critica nei confronti della dichiarazione del sottosegretario all’Interno Nicola Molteni della Lega, che sostiene che almeno il 60% dei minori dichiari di avere sedici o diciassette anni, definendoli “sedicenti minori”.

La decisione del governo, pur proponendo differenti percorsi, è stata criticata per il suo potenziale impatto sui diritti e sul trattamento dei minori migranti, oltre a generare difficoltà amministrative e umanitarie per i comuni del Nord, costretti ad adeguarsi a un trattamento meno favorevole per questa fascia di età.

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