Il Governo Meloni porterà in Italia una fabbrica di auto elettriche cinesi

La casa automobilistica cinese Dongfeng Motors sta per realizzare uno stabilimento in Italia che fungerà da hub produttivo per l’Europa. Questo accordo è frutto di trattative avanzate tra il governo italiano e l’azienda cinese

Il Governo Meloni porterà in Italia una fabbrica di auto elettriche cinesi

La casa automobilistica cinese Dongfeng Motors sta per realizzare uno stabilimento in Italia che fungerà da hub produttivo per l’Europa. Questo accordo, frutto di trattative avanzate tra il governo italiano e l’azienda cinese, segna un importante passo avanti nel settore automobilistico italiano.

Dongfeng punta a produrre 100.000 vetture elettriche green per il mercato europeo. L’impulso decisivo è arrivato dalla missione a Pechino del ministro Adolfo Urso, che ha incontrato i vertici dell’azienda per discutere di potenziali investimenti in Italia. Urso ha sottolineato la necessità di un altro costruttore in Italia oltre a Stellantis, per aumentare la produzione di auto.

L’accordo prevede anche il coinvolgimento di imprese italiane della componentistica e una possibile partecipazione di minoranza da parte dello Stato. Tra le ipotesi per l’insediamento c’è l’area ex Olivetti di Scarmagno, nel torinese.

Il governo italiano ha annunciato un piano triennale di ecobonus “per consentire una migliore programmazione nell’acquisto dell’auto da parte dei consumatori”. Tuttavia, l’arrivo di un produttore cinese non è mai piaciuto all’amministratore delegato di Stellantis, Carlos Tavares, che ha espresso preoccupazioni per i rischi sulle fabbriche italiane del gruppo, affermando che “Stellantis è pronta a lottare”.

I sindacati, pur vedendo di buon occhio l’arrivo di un altro produttore in Italia, chiedono di verificare gli impatti produttivi e occupazionali dell’accordo. Il leader della Fiom, Michele De Palma, ha dichiarato: “Il ministro faccia le comunicazioni ai tavoli istituzionali” e ha sottolineato l’importanza della presenza dello Stato e degli effetti positivi sulla componentistica. Ferdinando Uliano, segretario generale della Fim, ha affermato: “Vogliamo verificare se la notizia abbia una consistenza e se ci saranno impatti produttivi occupazionali”, mentre Rocco Palombella, numero uno della Uilm, ha descritto l’idea come “un’ipotesi utopistica” e ha ricordato che “le fabbriche devono avere anche un ruolo sociale sul territorio”.

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