ILSOLE24ORE – I settori economici dove si evade in Italia

In Italia, l’evasione fiscale è un fenomeno diffuso che colpisce vari settori economici, dalle lavanderie ai ristoranti. In particolare, sembra che nelle 7.645 lavanderie italiane, oltre alle macchie sui vestiti, spariscano anche molti redditi agli occhi del Fisco. Questa tendenza è riscontrabile anche in altri settori come il noleggio auto, ristoranti, panetterie, bar, pasticcerie, macellerie, impianti sportivi e centri di assistenza domiciliare per anziani e disabili.

La mappa del rischio di evasione, basata sulle dichiarazioni dei redditi delle partite Iva, è molto dettagliata. Secondo le tabelle pubblicate dal dipartimento Finanze, emerge una classifica della tendenza all’evasione costruita in base alla quota di contribuenti che non riesce a raggiungere un punteggio di affidabilità fiscale minimo di 8. L’anno scorso, 1,53 milioni di lavoratori autonomi hanno presentato dichiarazioni dei redditi non del tutto trasparenti, con un aumento del 14% rispetto all’anno precedente.

Le partite Iva sono suddivise in 175 categorie, e l’84% di queste categorie presenta mediamente pagelle fiscali inferiori a 8, con un reddito medio di 22.165 euro. Questo è notevolmente inferiore rispetto al reddito medio di chi ottiene un punteggio superiore a 8, che è di 78.142 euro. In alcune categorie, come nel settore immobiliare e delle costruzioni, la differenza tra i redditi dichiarati da chi è considerato affidabile e chi no può superare il 100%.

L’evasione fiscale degli autonomi contribuisce significativamente al tax gap, cioè la differenza tra le imposte teoricamente dovute e quelle effettivamente pagate, che sottrae circa 30,2 miliardi di euro all’anno alle casse dello Stato.

Affrontare efficacemente l’evasione fiscale è una sfida complessa. L’Agenzia delle Entrate dovrebbe effettuare quasi 6.000 controlli al giorno per verificare tutte le dichiarazioni potenzialmente infedeli, un’impresa impossibile con l’attuale organico di 29.520 dipendenti. Di conseguenza, la probabilità annuale di un controllo per una partita Iva è inferiore all’1%.

Il Fisco ha proposto un concordato preventivo biennale, un accordo che esclude dalle verifiche per due anni chi aderisce al reddito calcolato dall’amministrazione finanziaria. Tuttavia, data la bassa probabilità di incappare in un controllo, questa proposta rischia di essere troppo vantaggiosa per i contribuenti.

Tra le categorie più affidabili dal punto di vista fiscale, si distinguono farmacie e studi medici, con un tasso di affidabilità del 75%, grazie anche agli incentivi per i pagamenti tracciabili. Anche altre professioni come commercialisti, ragionieri, consulenti del lavoro, informatici, geologi, veterinari e dentisti mostrano una maggiore affidabilità rispetto alla media.

In generale, il settore delle professioni ordinistiche presenta tassi di affidabilità più elevati rispetto al commercio, che rimane uno dei settori più a rischio di evasione fiscale.

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