REPUBBLICA – I pugliesi “sono i più tristi d’Italia” per l’Istat

Una ricerca realizzata dall’Istat ha indagato lo stato di felicità degli italiani nel tempo libero. Secondo il report “Bes” (benessere, equo e sostenibile) dell’Istat, solo il 2,6% dei pugliesi risulterebbe soddisfatto del proprio stato d’animo.

I pugliesi sarebbero tra i più infelici d’Italia sotto diversi aspetti economici e sociali. Il 13,3% del totale degli intervistati dice di essere poco o molto poco contento delle proprie condizioni. Quelli invece molto felici sarebbero il 44%.

La media del voto che i pugliesi assegnerebbero alla propria esistenza è di 7,1%, solo un pelo sopra la Campania che addirittura farebbe peggio.

In Puglia il livello di benessere è alto soltanto in 6 indicatori su 132 totali, e il livello è basso o medio-basso in 64 indicatori.

Scenario nazionale

Sono poco meno della metà (46,6%) gli italiani che dichiarano una “elevata soddisfazione per la vita”. L’Istat segnala come nel 2023 la quota di persone soddisfatte, che nel 2022 era cresciuta soprattutto tra i giovanissimi, aumenta anche tra i 25-34enni (48,6%, +3,5 punti rispetto al 2022).

Stabile e su livelli elevati la soddisfazione espressa dal complesso della popolazione. Si conferma una ripresa generalizzata della soddisfazione per il tempo libero e per le relazioni amicali soprattutto tra le persone di 60-64 anni. Segnali positivi per la soddisfazione economica personale (manifestata da una quota del 59,4%, +2,4 punti percentuali) e per quella lavorativa (80,0% tra gli occupati, +2,1 punti percentuali).

L’indagine “Aspetti della Vita Quotidiana” rileva la soddisfazione per le condizioni di vita dei cittadini attraverso una pluralità di indicatori. La soddisfazione per la vita nel suo complesso, ricorda l’Istat, “è uno degli indicatori utilizzati per la valutazione del benessere soggettivo degli individui. Essa misura quanto gli individui sentano di vivere una vita conforme alle aspettative al di là delle contingenze momentanee”.

Sud

Un po’ come in tutto il Sud, da cui non si possono escludere la Basilicata, la Calabria e la Campania. «Le misure del Bes ci mostrano come i divari territoriali, molti dei quali di lungo periodo, siano aumentati, e, a mano a mano che ci si sposta dal Nord verso il Sud e le Isole, prevalgano indicatori con segno negativo rispetto al periodo precedente», si legge nell’introduzione del rapporto dell’Istat.

Se per il Nord-est il 60,5% degli indicatori ricade nei gruppi di livello di Benessere medio-alto e alto e solo il 10,1% nei gruppi di livello di Benessere basso e medio-basso, per il Sud e le Isole la situazione si inverte, con la maggior parte degli indicatori che si trova nei livelli basso e medio-basso (62,0% per il Sud e 58,1% per le Isole)».