Grazie ai progressi scientifici, oggi sono pochissimi gli aspiranti genitori costretti a rinunciare al sogno di avere un figlio. La procreazione medicalmente assistita offre molte opportunità alle coppie che non riescono a concepire naturalmente. Maria Giuseppina Picconeri, membro del Direttivo Nazionale della Società Italiana della Riproduzione Umana e fondatrice del Nike Medical Center di Roma, spiega che con la possibilità di congelare ovuli e spermatozoi, le coppie possono rimandare la genitorialità anche per decenni. Nei prossimi dieci anni si prevedono ulteriori progressi nel campo della procreazione assistita.
La maternità surrogata, vietata in Italia ma consentita in alcuni Paesi come l’Ucraina, è una forma di procreazione assistita in cui una donna porta avanti una gravidanza per conto di un’altra persona o coppia, che diventerà il genitore del bambino. La madre surrogata non ha legami genetici con il bambino, poiché l’ovulo proviene dalla futura madre o da una donatrice, mentre i gameti della coppia vengono utilizzati quando possibile.
La fecondazione in vitro ha fatto grandi passi avanti, con circa 8 milioni di persone nate nel mondo grazie a questa tecnica. Tuttavia, i tassi di successo sono ancora bassi, specialmente con ovuli prelevati da donne in età avanzata. In questi casi, si utilizzano ovuli di una donatrice più giovane. Ci sono sviluppi interessanti in fase di sperimentazione, come la creazione di spermatozoi e ovuli in laboratorio a partire da cellule della pelle, una tecnica chiamata gametogenesi in vitro, già testata con successo nei topi e ora in fase di test su cellule umane.
Un’altra tecnologia in sviluppo riguarda le ovaie artificiali, che potrebbero affrontare il problema del numero limitato di ovuli e l’infertilità prematura causata dai trattamenti contro il cancro. Questa tecnica prevede l’isolamento dei follicoli dal tessuto ovarico prima del trattamento oncologico. Anche oggi, la preservazione della fertilità è possibile per le pazienti oncologiche grazie al congelamento degli ovociti e del parenchima ovarico.
Un’alternativa per le donne senza un utero funzionante è il trapianto di utero. Finora, sono stati effettuati circa 90 trapianti, principalmente da donatori viventi, con 31 bambini nati. Lo sviluppo di questa tecnologia è stato rapido, con progressi significativi negli ultimi 25 anni.
Infine, una prospettiva futuristica è quella della gravidanza in vitro con uteri bioingegnerizzati, che potrebbe consentire anche agli uomini single e alle coppie omosessuali maschili di diventare genitori senza ricorrere a una madre surrogata. Tuttavia, questa procedura richiede ulteriori ricerche e sviluppi, poiché l’utero artificiale deve essere sostenuto adeguatamente per tutta la gravidanza.