Gruppi armati siriani, nemici del regime di Bashar al-Assad, hanno avviato un’offensiva ad Aleppo, conquistando rapidamente diversi quartieri della città. Venerdì, l’Osservatorio siriano per i diritti umani ha riferito che i ribelli hanno preso il controllo di metà della città, avanzando di 17 chilometri in soli due giorni. Dall’inizio dell’offensiva, mercoledì, sono stati registrati 277 morti, tra cui 20 civili. L’attacco ha visto la partecipazione di una coalizione di gruppi armati, tra cui Hayat Tahrir al-Sham, che in passato era legata ad al-Qaida
Diversi gruppi armati siriani, nemici del regime di Bashar al-Assad, hanno lanciato un’offensiva verso Aleppo, riuscendo a prendere il controllo di alcuni quartieri della città. Questa avanzata è avvenuta con una rapidità sorprendente, spostando la linea del fronte di 17 chilometri in soli due giorni. L’Osservatorio siriano per i diritti umani ha riportato che i gruppi armati hanno conquistato circa metà della città, e si stima che dall’inizio dell’offensiva, mercoledì scorso, siano morte 277 persone, tra cui 20 civili.
I combattenti si sono avvicinati ad Aleppo partendo dalla regione di Idlib, divisi in due grandi gruppi. Hanno già preso il controllo di quasi cento piccoli centri abitati nei dintorni della città. Video circolano sui social media mostrando combattenti che distruggono immagini del presidente Assad e riabbracciano familiari dopo anni di separazione.
L’offensiva ha visto i gruppi ribelli avanzare verso “Nuova Aleppo”, un quartiere residenziale situato poco fuori dal centro città. La situazione attuale solleva interrogativi su cosa accadrà alla seconda città della Siria, che conta circa due milioni di abitanti. Ci sono timori che la situazione possa ripetersi come a Mosul nel 2014, quando l’esercito iracheno si ritirò in fretta di fronte ai miliziani dello Stato Islamico.
Un’altra possibilità è che inizi una lunga battaglia urbana, simile a quella avvenuta tra il 2012 e il 2016, quando le forze governative riconquistarono Aleppo con il supporto dell’aviazione russa. La capacità di resistenza delle forze leali ad Assad è messa in discussione; molti soldati sembrano indeboliti da pratiche corruttive.
Il gruppo armato che sta attaccando Aleppo è conosciuto come “al Fatah al Mubin”, che significa “la Grande Conquista”. Include Hayat Tahrir al-Sham (HTS), un’organizzazione che in passato era legata ad al-Qaeda ma oggi cerca di presentarsi come un esercito legittimo per la regione. Durante i combattimenti, gli attacchi sono stati preceduti da esplosioni di autobombe.
Un portavoce di HTS ha rassicurato le minoranze cristiane nelle zone liberate, promettendo protezione per le loro vite e proprietà. Da parte sua, la Russia ha dichiarato che considera l’offensiva una violazione della sovranità siriana e si aspetta che il governo di Assad ristabilisca l’ordine rapidamente. Tuttavia, la risposta militare russa nella zona sembra essere diminuita rispetto al passato.
Infine, una seconda offensiva dei gruppi armati sta avanzando verso sud, raggiungendo Saraqib, un importante snodo stradale che collega Aleppo a Damasco. La situazione rimane fluida e continua a evolversi rapidamente.