GIUSLAVORISTI – Cassazione: il dipendente pubblico che abusa di internet al lavoro commette peculato

Secondo una sentenza della Cassazione, il dipendente pubblico che abusa del tempo online durante l’orario di lavoro commette peculato d’uso


9 OTTOBRE 2023FONTEUFFICIALEBREAKING NEWS – La Cassazione, VI sezione penale, ha recentemente emesso la sentenza 40702/2023 del 5 ottobre, affermando che il dipendente pubblico che abusa del tempo online durante l’orario di lavoro commette peculato d’uso. La decisione è stata presa in seguito al ricorso di un’ex responsabile degli acquisti in una spa pubblico-privata.

L’azienda aveva accusato il dipendente di peculato d’uso, sostenendo che l’utilizzo improprio delle risorse aziendali per scopi personali costituiva un danno economico e organizzativo. Inizialmente assolto in primo grado e con l’appello civile respinto, la Cassazione ha ribaltato la decisione, confermando che il comportamento del dipendente configurava peculato d’uso.

Il dipendente trascorreva gran parte del suo orario lavorativo navigando su Internet per interessi personali, compresi siti per adulti e ricerche sulla storia militare. La Cassazione ha stabilito che il suo computer aziendale conteneva più materiale privato che documenti aziendali, creando una disfunzione organizzativa all’interno dell’azienda.

La difesa del dipendente aveva affermato che i file incriminati potevano essere stati trasferiti accidentalmente sul computer aziendale da un dispositivo portatile. Tuttavia, la perizia informatica ha dimostrato che l’uso del computer per scopi personali era sistematico e non episodico.

La Cassazione ha evidenziato il danno economico all’azienda, sottolineando che il problema non era solo il costo della connessione, ma anche il fatto che il dipendente trascurava le sue responsabilità lavorative per dedicarsi a scopi personali. La sentenza ha chiarito che il peculato d’uso può essere escluso solo se l’abuso è episodico e non compromette la funzionalità dell’azienda.

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