Il presidente della Liguria, Giovanni Toti, attualmente agli arresti domiciliari per un’indagine su tangenti in cambio di favori ad alcuni imprenditori, è stato accusato anche di falsificare i dati epidemiologici legati alla pandemia di Covid-19 per ottenere più vaccini. Questa nuova accusa si aggiunge a quella precedente di falso. Secondo quanto riportato dalla procura di Genova, Toti avrebbe manipolato i dati della sorveglianza epidemiologica al fine di ottenere un maggiore quantitativo di vaccini. La procura ha avanzato quest’accusa basandosi su intercettazioni di telefonate e conversazioni avvenute nell’ufficio del suo capo di gabinetto, Matteo Cozzani, anch’egli agli arresti domiciliari.
Dai documenti dell’inchiesta e dalle intercettazioni non è ancora chiaro quali dati siano stati manipolati. Tuttavia, in una delle telefonate intercettate, Cozzani sembra riferirsi ai dati relativi ai contagi e alle coperture vaccinali per fascia d’età, evidenziando l’obiettivo di ottenere una maggiore quantità di vaccini dalla struttura commissariale che si occupava della distribuzione delle dosi alle regioni durante la primavera del 2021.
Le telefonate intercettate mostrano un’opaca gestione dei dati. In una conversazione tra Cozzani e Maurizio Caviglia, segretario generale della Camera di commercio della Regione Liguria, Cozzani parla di un’incomprensione con Toti riguardo all’invio dei dati alla struttura commissariale. Sembrerebbe che i dati fossero stati già modificati da Cozzani, ma Toti li avrebbe ulteriormente alterati prima di inviarli. Questo dialogo suggerisce un’attività non trasparente nella gestione dei dati relativi alla pandemia.
Altri elementi dell’inchiesta riguardano i finanziamenti ricevuti da alcune strutture sanitarie private da parte dei comitati elettorali di Toti. Gli investigatori stanno approfondendo i contributi ricevuti da aziende che gestiscono strutture private convenzionate con la Regione Liguria. Si sospetta che questi finanziamenti possano essere stati concessi in cambio di favori e agevolazioni, quali sovvenzioni alla sanità privata.
Un’altra accusa riguarda le forniture di mascherine durante l’emergenza Covid-19. Gli investigatori hanno scoperto una presunta frode di circa un milione e 200 mila euro sulle forniture sanitarie, in particolare riguardo alle mascherine, oggetti di prima necessità nei primi mesi dell’epidemia.
Il giudice per le indagini preliminari inizierà gli interrogatori alle persone coinvolte nell’inchiesta durante la settimana. La procura continuerà a raccogliere prove e testimonianze per portare avanti l’indagine in modo completo e accurato.