CORRIERE – Generazione X: più tumori rispetto a genitori e nonni

La generazione X, nata tra il 1965 e il 1980, sta affrontando un aumento dei casi di tumori rispetto alle generazioni precedenti. Questo fenomeno potrebbe essere attribuito all’invecchiamento precoce e agli stili di vita poco salutari. Uno studio recente ha evidenziato un crescente numero di diagnosi di tumori in giovani sotto i 50 anni, spesso allo stadio iniziale. Le statistiche indicano un rischio maggiore per la generazione X mentre si avvicina all’età più suscettibile alle malattie tumorali.

Statistiche

Secondo uno studio pubblicato sulla rivista JAMA Network Open dal National Cancer Institute di Rockville, in Maryland, la generazione X (nata tra il 1965 e il 1980) sta mostrando un aumento significativo dei casi di tumore rispetto alle generazioni precedenti. L’analisi ha esaminato dati di 3,8 milioni di persone con diagnosi di cancro, confrontando l’incidenza nelle diverse generazioni. Le conclusioni indicano che i membri della generazione X hanno una maggiore probabilità di sviluppare tumori precoci rispetto ai loro genitori e nonni. Questo trend preoccupante potrebbe avere implicazioni anche per i Millennials (nati tra il 1981 e il 1996), se la tendenza dovesse continuare. Gli epidemiologi sottolineano che, nonostante miglioramenti nella diagnosi e nella cura, l’incidenza del cancro tra i giovani sembra in crescita, un fenomeno osservabile non solo negli Stati Uniti ma anche in altri Paesi, Italia inclusa.

Lo studio

Secondo uno studio recente, le donne della generazione X hanno un rischio significativamente aumentato di sviluppare tumori alla tiroide, rene, colon, retto, utero, pancreas, ovaio, linfoma non Hodgkin e leucemia rispetto alle generazioni precedenti come i baby boomer. Tuttavia, si registra una diminuzione nell’incidenza di tumori polmonari e cervicali. Negli uomini della stessa generazione, aumenta l’incidenza di tumori alla tiroide, rene, prostata, colon, retto e diminuisce quella di tumori polmonari, epatici, alla cistifellea e linfoma non Hodgkin.

Secondo il presidente della Fondazione Aiom, Saverio Cinieri, in Italia nel 2023 sono stati registrati 395.000 casi di cancro, con un aumento rispetto agli anni precedenti, prevalentemente dovuto all’invecchiamento della popolazione. L’età avanzata è infatti un fattore determinante nel rischio di sviluppare una neoplasia, poiché il corpo accumula gli effetti dei fattori cancerogeni e perde capacità di riparare le mutazioni del DNA che possono portare alla formazione di tumori.

Una ricerca statunitense ha suggerito che l’invecchiamento precoce potrebbe essere una spiegazione dei crescenti casi di cancro tra i giovani. Franco Perrone, presidente nazionale Aiom, sottolinea che se oltre il 90% dei tumori in Italia si verifica dopo i 50 anni, recenti studi indicano un aumento progressivo anche tra le persone più giovani, attribuibile a fattori di rischio come sedentarietà, dieta non corretta, sovrappeso, obesità, fumo e alcol, diffusi anche tra i giovani. Altri fattori, come l’inquinamento ambientale, sono ancora oggetto di indagine.

Inquinamento ambientale

Secondo i dati raccolti, l’inquinamento ambientale, che include varie sostanze cancerogene provenienti da attività umane come il traffico veicolare, le industrie e il riscaldamento domestico, oltre che da fonti naturali come radiazioni ionizzanti e raggi ultravioletti, è responsabile del 5% dei casi di cancro. Questa percentuale può salire fino al 10% nelle aree più inquinate e potrebbe aumentare ulteriormente con il deterioramento delle condizioni ambientali.