L’accusa riguarda l’utilizzo di un timbro contraffatto con la firma del vice capo dell’ufficio di gabinetto. Questo timbro sarebbe stato utilizzato per giustificare le assenze di Zingaretti dalle sedute del Consiglio regionale del Lazio nel 2019
Quattro ex collaboratori dell’ex presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, ora parlamentare del Partito Democratico, sono a rischio processo per falsificazione di presenze. L’accusa riguarda l’utilizzo di un timbro contraffatto con la firma del vice capo dell’ufficio di gabinetto Andrea Cocco. Questo timbro è stato utilizzato in almeno 38 occasioni per giustificare le assenze di Zingaretti dalle sedute del Consiglio regionale del Lazio nel 2019.
Secondo l’accusa del sostituto procuratore Carlo Villani, le assenze contestate non erano legate agli impegni istituzionali regionali, ma piuttosto a quelli nazionali in qualità di leader del Partito Democratico. Alcuni casi illustrati includono l’assenza il 29 aprile 2019, quando Zingaretti partecipò a Casal di Principe come segretario del PD per sostenere un candidato alle elezioni europee, e il 15 maggio 2019, quando mancò alla seduta del Consiglio regionale per tenere una conferenza stampa di partito presso il Nazareno.
L’inchiesta è scaturita da un esposto dell’ex membro del M5S Davide Barillari. L’ex vicepresidente della giunta regionale, Daniele Leodori, è stato sentito dagli inquirenti, ma la sua posizione è stata successivamente archiviata. L’udienza preliminare per i quattro ex collaboratori di Zingaretti è stata fissata per il 18 gennaio prossimo.
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