Dopo il Giro d’Italia e il Tour de France Tadej Pogačar ha vinto anche i Mondiali di ciclismo

Il ciclista sloveno Tadej Pogačar ha conquistato la vittoria nella prova in linea maschile dei Mondiali di ciclismo a Zurigo, in Svizzera

Dopo il Giro d'Italia e il Tour de France Tadej Pogačar ha vinto anche i Mondiali di ciclismo

Il ciclista sloveno Tadej Pogačar, di 26 anni, ha conquistato la vittoria nella prova in linea maschile dei Mondiali di ciclismo a Zurigo, in Svizzera. Questo successo rappresenta un altro titolo prestigioso in una stagione già straordinaria, in cui Pogačar ha vinto anche il Giro d’Italia e il Tour de France. Solo due ciclisti prima di lui erano riusciti a compiere questa impresa: il belga Eddy Merckx nel 1974 e l’irlandese Stephen Roche nel 1987.

Pogačar non si è limitato a vincere queste gare, ma le ha dominate con uno stile aggressivo e spettacolare. Il suo approccio consiste nel cercare di vincere ogni gara senza fare troppi calcoli, spingendo sempre al massimo. Questo atteggiamento lo ha reso molto amato dai tifosi. Ai Mondiali, ha attaccato il gruppo principale a circa 100 chilometri dall’arrivo, raggiungendo rapidamente i ciclisti in fuga. Poi ha corso gli ultimi 51 chilometri da solo, vincendo con una fuga solitaria, un’impresa che non si vedeva dal 1968.

Eddy Merckx, intervistato dalla Gazzetta dello Sport, ha detto di essere rimasto sorpreso dall’audacia di Pogačar: «Questo è matto», ha esclamato quando ha visto l’attacco a così tanta distanza dall’arrivo. Merckx ha aggiunto che ammira l’ambizione del giovane sloveno: «Vince quasi tutte le corse che fa e, quello che più conta, parte sempre per vincerle». Anche il quotidiano inglese The Guardian ha lodato l’audacia di Pogačar, definendo il suo attacco di 100 chilometri al traguardo “al limite del temerario”.

Il 2024 di Pogačar è stato un anno eccezionale. Ha vinto sei tappe al Giro d’Italia, chiudendo in testa alla classifica generale con un vantaggio di 9 minuti e 56 secondi sul secondo classificato. Al Tour de France ha vinto altre sei tappe, concludendo con 6 minuti e 17 secondi di vantaggio. La doppietta Giro-Tour non veniva realizzata dal 1998, quando ci riuscì Marco Pantani.

Oltre ai grandi giri, Pogačar ha vinto la Liegi-Bastogne-Liegi, una delle cinque classiche monumento, la Strade Bianche, il Grand Prix Cycliste de Montréal e la Volta Ciclista a Catalunya, dove ha trionfato in quattro tappe su sette e ha concluso al primo posto con 3 minuti e 41 secondi di vantaggio.

A soli 26 anni, Pogačar ha già vinto 86 gare, tra corse di un giorno, tappe e classifiche generali dei grandi giri. Da quattro anni è il numero uno del ranking mondiale e viene già considerato uno dei più grandi ciclisti di tutti i tempi. Ciò non solo per le sue vittorie, ma anche per il modo in cui combina l’approccio moderno al ciclismo — con attenzione all’aerodinamica, alla tecnologia, alla psicologia e alla nutrizione — con una mentalità ispirata agli exploit individuali, più tipici del ciclismo di un tempo.

In un articolo pubblicato sul Foglio, Giovanni Battistuzzi ha scritto che Pogačar ha «allungato il ciclismo», costringendo chi guarda le gare a prestare attenzione fin dall’inizio, poiché potrebbe decidere di attaccare anche a tre ore dal traguardo, come quando ha vinto la Strade Bianche con una fuga solitaria di 81 chilometri. Secondo Battistuzzi, «sembra capace di ogni cosa, di superare avversari di primissimo livello nell’unico modo che lui ritiene sicuro: scattando e rimanendo solo».

Nonostante le numerose vittorie, a Pogačar restano pochi obiettivi ancora da raggiungere nel ciclismo. Tra questi, due delle cinque classiche monumento: la Parigi-Roubaix, che non ha mai corso (ma potrebbe farlo l’anno prossimo), e la Milano-Sanremo, in cui è arrivato terzo quest’anno. La Sanremo è una gara con pochi tratti in salita, meno adatta alle sue caratteristiche, anche se Pogačar ha dimostrato di poter vincere in ogni condizione. Inoltre, non ha mai vinto la Vuelta a España, il terzo grande giro dopo il Tour de France e il Giro d’Italia: vi partecipò nel 2019, quando aveva appena compiuto 21 anni, arrivando terzo.

La scorsa settimana, lo stesso Pogačar ha parlato dei suoi obiettivi: «Ho la sensazione che la Sanremo sarà la corsa che mi manderà al cimitero: ci sono già andato così vicino, eppure sento di essere così lontano dal riuscire a vincerla. Se ci sarà modo proverò anche a vincere la Parigi-Roubaix e poi c’è la Vuelta, dove voglio tornare per provare a vincere la maglia rossa». Riguardo alle Olimpiadi, Pogačar ha detto che dipenderà dal percorso di Los Angeles 2028: «Speriamo che sia per scalatori, ma per noi ciclisti le Olimpiadi non hanno la stessa importanza che per altri sportivi. Il nostro vero obiettivo ogni anno è il Tour de France, e voglio continuare a provare a vincerlo finché mi divertirò a farlo». Finora ha partecipato cinque volte al Tour, vincendolo tre volte e arrivando secondo due.

Il prossimo appuntamento per Pogačar sarà il 12 ottobre al Giro di Lombardia, un’altra delle cinque classiche monumento, che ha già vinto tre volte su tre partecipazioni. Questa volta, lo farà indossando la maglia bianca con l’arcobaleno, simbolo del campione del mondo, che potrà indossare per tutto il prossimo anno fino ai successivi Mondiali.

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