Decine di pazienti di un medico che svolge attività di libero professionale nel veneziano si sono ritrovati positivi al virus dell’epatite C dopo essersi sottoposti ad autotrasfusioni di sangue nell’ambulatorio dell’uomo
Decine di pazienti di un medico che svolge attività di libero professionale nel veneziano si sono ritrovati positivi al virus dell’epatite C dopo essersi sottoposti ad autotrasfusioni di sangue nell’ambulatorio dell’uomo, Ennio Caggiano. Il medico è ora iscritto nel registro degli indagati dalla Procura di Venezia.
L’ipotesi di accusa contenuta nel fascicolo è di epidemia, per presunta violazione della norma speciale che regola le trasfusioni. Il pubblico ministero ha affidato una consulenza tecnica su una decina di pazienti per verificare il genotipo del virus da loro contratto e capire le cause dell’epatite C.
L’inchiesta è iniziata con una segnalazione da parte dell’ospedale di Dolo (Venezia), dove in poco tempo si erano presentate decine di persone risultate positive all’epatite C. Tutte erano pazienti dello stesso medico, Ennio Caggiano.
Secondo quanto raccontato dai pazienti, durante la procedura ambulatoriale il sangue autotrasfuso sarebbe stato mescolato con altre sostanze non meglio identificate, definite “vitamine”. Nessuno dei contagiati, tuttavia, ha per ora sporto denuncia.
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