Cosa si sa finora dei furti dalle banche dati strategiche nazionali

60 persone sono attualmente indagate nell’ambito di un’inchiesta della Dda di Milano e della Dna su un presunto furto di informazioni da banche dati strategiche nazionali

Cosa si sa finora dei furti dalle banche dati strategiche nazionali

60 persone sono attualmente indagate nell’ambito di un’inchiesta della Dda di Milano e della Dna su un presunto furto di informazioni da banche dati strategiche nazionali. Le informazioni sottratte, incluse notizie su conti bancari, precedenti penali, dati fiscali e sanitari, sarebbero state usate per creare report su commissione. L’inchiesta ha portato a sei misure cautelari, con gli arresti domiciliari per l’ex poliziotto Carmine Gallo. Tra gli indagati figurano anche personaggi noti come Leonardo Maria Del Vecchio e Matteo Arpe, sospettati di accesso abusivo ai sistemi informatici.

Le accuse

Le accuse comprendono associazione a delinquere, accesso abusivo a sistemi informatici, intercettazioni illecite, corruzione e rivelazione di segreti d’ufficio. Secondo l’indagine, un’organizzazione criminale formata da hacker, consulenti informatici e membri delle forze dell’ordine avrebbe prelevato informazioni per creare dossier su richiesta di clienti, come grandi aziende e studi professionali, interessati a influenzare l’attività dei propri concorrenti. Gli ex dipendenti della società di investigazione Skp di Milano sarebbero coinvolti, insieme alla società Equalize srl, di cui Enrico Pazzali è socio di maggioranza e che ieri è stata oggetto di sequestro preventivo.

Attività illecite e modalità di spionaggio

Nella conferenza stampa, il procuratore di Milano Marcello Viola ha spiegato che gli indagati miravano a ottenere informazioni riservate anche violando sistemi informatici. L’attività illegale includeva video riprese, registrazioni di conversazioni, intercettazioni di chat WhatsApp e email, nonché tabulati telefonici e l’uso di dispositivi per localizzare cellulari. Per localizzare i telefoni, il gruppo si avvaleva di “soggetti svizzeri”. Solo nel 2022, l’organizzazione avrebbe guadagnato centinaia di migliaia di euro vendendo le informazioni raccolte.

Coinvolgimento di imprenditori e società di investigazione

Tra i 60 indagati, oltre agli esecutori materiali degli atti illeciti, vi sono imprenditori che avrebbero richiesto i report al gruppo di hacker, essendo consapevoli della natura illecita delle informazioni. Il gip ha disposto i domiciliari per quattro indagati e misure interdittive per altri due. La Procura ha spiegato che le indagini sono partite nel 2022, svelando una rete complessa di persone che prelevavano dati principalmente dal database interforze Sdi, che contiene precedenti di polizia. Tra le società coinvolte c’è Equalize, di proprietà di Enrico Pazzali, il cui amministratore è Carmine Gallo, ora agli arresti domiciliari. Equalize e altre tre società simili, impiegate per investigazioni e analisi del rischio, avrebbero raccolto dati riservati per i dossier.

Accesso alle banche dati e utilizzo di credenziali di pubblici ufficiali

I pubblici ufficiali coinvolti avrebbero utilizzato le proprie credenziali per accedere alle banche dati strategiche, con l’obiettivo di creare dossier per conto di clienti tra cui aziende italiane ed estere. A volte, i report venivano presentati come notizie giornalistiche per mascherare l’origine delle informazioni. Secondo Viola, l’organizzazione disponeva di sofisticate attrezzature tecnologiche. Tra i clienti dei report spiccano anche Del Vecchio e Arpe, accusati di accesso abusivo ai sistemi informatici. Per alcuni indagati, il gip Fabrizio Filice non ha accolto le misure cautelari richieste, sebbene abbia concordato con l’accusa generale.

Dichiarazioni dei procuratori

Il procuratore nazionale antimafia Melillo ha evidenziato l’importanza di coordinare le indagini sugli attacchi alla sicurezza informatica. Ha inoltre sottolineato come in questo mercato illecito “più la merce è rara, più il prezzo aumenta”. Il pm De Tommasi ha spiegato che l’indagine è stata avviata grazie a contatti tra individui coinvolti in attività di dossieraggio e altre persone in un’inchiesta separata.

Persone spiate

L’indagine ha rivelato che tra le persone spiate ci sono Paolo Scaroni, ex AD di Eni e presidente del Milan; Ginevra Csillaghy Furstenberg, figlia di Virginia Agnelli; Giovanni Gorno Tempini, ex presidente di Fiera Milano; e Massimo Ponzellini, banchiere ex presidente di Bpm. L’accesso ai dati di Scaroni risale al 2022 e sarebbe stato effettuato da Giuliano Schiano, maresciallo della Guardia di Finanza, in servizio alla Dia di Lecce, su richiesta di Giulio Cornelli, tecnico del gruppo, attualmente agli arresti domiciliari.

Meccanismo dell’organizzazione

Secondo i pm, Enrico Pazzali, titolare di Equalize, chiedeva a Gallo di ottenere abusivamente i dati, e Calamucci incaricava Cornelli di prelevare le informazioni tramite Schiano. I dati, poi, venivano trasmessi in modo criptato. L’organizzazione avrebbe anche monitorato giornalisti, esperti di comunicazione e relazioni esterne per acquisire conversazioni e movimenti.

Intercettazioni ambientali e ruolo di Pazzali

In un’intercettazione del 2022, Gallo dichiarava di aver realizzato migliaia di report per Pazzali. Secondo quanto scritto dal gip, Pazzali sembra avere un ruolo rappresentativo in Equalize, ma lascia la gestione operativa a Gallo e altri, risultando dipendente da loro per ottenere informazioni.

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