CORRIERE – Qatargate, Eva Kaili: “Non mi ricandido e mi trasferisco in Italia. Da voi c’è garantismo e i partiti si oppongono alle inchieste politiche”

Alla fine del suo mandato, Eva Kaili, ex vicepresidente del Parlamento europeo, ha dichiarato in un’intervista al Corriere che “probabilmente mi trasferirò in Italia” poiché considera il Paese come casa per diversi motivi, sottolineando l’esistenza del concetto di “garantismo”, che ritiene importante per tutta l’Europa.

Kaili è stata coinvolta nell’inchiesta sul cosiddetto “Qatargate” e arrestata nel 2022 per presunta corruzione, con il ritrovamento di sacchi di banconote nel suo appartamento. Attualmente è sotto inchiesta. Espulsa dal partito socialista ellenico, è fidanzata con un italiano, Francesco Giorgi, anch’egli coinvolto nelle indagini.

Kaili ha espresso apprezzamento per l’approccio della classe politica italiana verso gli indagati, notando che “alcuni partiti si oppongono ai processi di natura politica e chiedono il rispetto della presunzione di innocenza, indipendentemente dall’affiliazione politica dell’accusato”.