Anna Maria Cisint, sindaco di Monfalcone, è nota per la sua battaglia contro le moschee nella sua città. A causa delle minacce di morte ricevute vive sotto scorta
Anna Maria Cisint, sindaco di Monfalcone, è nota per la sua battaglia contro le moschee nella sua città. Per comprendere le sue motivazioni, bisogna tornare indietro di circa cinquant’anni. Una vecchia foto mostra Bruno Cisint, saldatore alla Fincantieri, seduto in casa con la tuta da lavoro e in braccio sua figlia Anna Maria.
“Quel lavoro ha permesso ai miei genitori di sostenerci, ma dal 2005, con l’aumento degli operai in subappalto, tutto è cambiato. È arrivata molta manodopera a basso costo e la nostra città è cambiata. Ora vedo donne coperte dalla testa ai piedi seguire gli uomini e tante piccole Saman Abbas,” racconta Anna Maria Cisint dal municipio che si affaccia su piazza della Repubblica.
Il sindaco si chiede perché dovrebbe tollerare la costruzione di moschee non autorizzate quando si multano i cittadini per abusi edilizi minori. Ha tentato diverse volte di dialogare con la comunità islamica, ma senza successo. Questa è diventata la sua battaglia, tanto che ha attirato l’attenzione di giornali internazionali come il Guardian e il Financial Times.
A causa delle minacce di morte ricevute dopo la chiusura di due moschee, Anna Maria Cisint vive sotto scorta. La questura di Gorizia considera il rischio concreto, e un ispettore del commissariato di Monfalcone la segue ogni giorno. Il sindaco continua a vivere nel quartiere operaio di Panzano, costruito nel 1908 dai fratelli Cosulich, fondatori del Cantiere Navale Triestino. Suo padre Bruno è morto nel 2005 a 74 anni di asbestosi da amianto.
Anna Maria Cisint ha sessant’anni, è divorziata e madre di due figli, Luca e Marco. Luca è ufficiale di coperta su navi mercantili, mentre Marco lavora nella finanza per la banca centrale del Regno Unito. Laureata in Scienze economiche all’università di Trieste, era dirigente comunale a Grado e Gorizia prima di entrare nella Lega e candidarsi a sindaco nel 2016. È riuscita a vincere in una città storicamente di sinistra e nel 2021 è stata rieletta con il 73% dei voti.
Monfalcone ha 30.500 abitanti, di cui il 31% sono immigrati, e tra questi, il 24% sono bengalesi. Il sindaco afferma che molti di loro non accettano le regole locali e cercano di imporre le loro. Non si considera razzista né xenofoba, ma chiede rispetto per i cittadini e il territorio. Critica il fatto che, nel 2023, siano stati inviati 24 milioni di euro dal Bangladesh a Monfalcone, mentre in cambio vengono forniti welfare e case popolari.
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