AlmaLaurea: neolaureati sono in aumento, ma gli stipendi non crescono

Notizia dell’ultima ora: AlmaLaurea: neolaureati sono in aumento, ma gli stipendi non crescono


14 GIUGNO 2023FONTEUFFICIALEBREAKING NEWS – Secondo il “XXV Rapporto AlmaLaurea sul profilo e sulla condizione occupazionale dei laureati”, a causa dell’inflazione, i giovani laureati italiani hanno perso tra il 4% e il 5% del potere d’acquisto, interrompendo la lenta crescita degli anni precedenti. Si conferma il paradosso italiano in cui il vantaggio relativo del titolo di studio è minore rispetto ad altri paesi, nonostante il basso numero di laureati (siamo penultimi in Europa con solo il 29% dei giovani laureati, mentre Francia e Spagna riescono a diplomare la metà dei giovani).

Il rapporto analizza i dati di oltre settanta atenei e sottolinea un fenomeno inarrestabile: la fuga degli studenti e futuri lavoratori dal Sud. Dopo una battuta d’arresto causata dalla pandemia e dall’opportunità di seguire corsi a distanza, la mobilità per motivi di studio ha ripreso a portare via giovani dalle regioni meridionali, con quasi uno studente su tre (28,6%) che decide di trasferirsi. In dieci anni, la percentuale è aumentata di oltre il 20% (era il 23,2% nel 2013). La mobilità per motivi di lavoro è ancora più pronunciata, con un terzo dei laureati di primo livello (33,3%) e la metà di quelli con diploma di laurea magistrale (47,5%) che scelgono di emigrare, con un incremento del 2% rispetto al 2021.

Solo tra il 5% e il 6% dei giovani laureati parte dalle regioni del Nord, e più della metà di loro si dirige all’estero. Stanno cambiando anche le aspettative nei confronti del lavoro, con una maggiore attenzione a trovare un equilibrio tra lavoro e vita privata, un aumento della disponibilità a lavorare in smart working (40,5% nel 2022) e una maggiore importanza data al tempo libero, alla flessibilità dell’orario e all’autonomia.

I tassi di occupazione sono in aumento: a un anno dal conseguimento del titolo, lavora il 75,4% dei laureati triennali e il 77,1% dei magistrali; a cinque anni dal diploma, rispettivamente il 92,1% e l’88,7%. Aumentano anche i contratti a tempo indeterminato. Tuttavia, gli stipendi reali sono diminuiti: la retribuzione mensile netta a un anno dal titolo è in media di 1.332 euro per i laureati di primo livello e 1.366 euro per quelli di secondo livello (meno 4% e meno 5% rispetto all’anno precedente). A cinque anni dal titolo, i laureati triennali guadagnano 1.635 euro e i magistrali 1.697 euro (meno 2,4% e meno 3,3% rispetto al 2021).

Inoltre, chi lavora al Nord guadagna in media 101 euro netti in più al mese rispetto a chi lavora al Sud. Ma è soprattutto tra i laureati che hanno scelto di lavorare all’estero che l’avantaggio aumenta sensibilmente, con oltre 600 euro netti in più al mese rispetto a chi lavora nel Mezzogiorno.

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