L’Unione Europea ha raggiunto un accordo sull’uso degli extraprofitti derivanti dai beni congelati alla Russia. I rappresentanti permanenti degli Stati membri hanno trovato un’intesa di principio in Coreper sull’uso dei proventi provenienti dal congelamento nei bilanci delle società di clearing (Euroclear e Clearstream) degli asset della Banca Centrale russa, soggetti a sanzioni a causa della guerra in Ucraina. Questa notizia è stata anticipata da diverse fonti a Bruxelles e successivamente confermata dalla presidenza di turno belga tramite i social media.
Tuttavia, non si tratta del capitale stesso, che ammonta a oltre 200 miliardi di euro e rimane congelato e di proprietà dell’istituto di emissione russo. Si parla piuttosto dei proventi generati da tali beni nel tempo, come ad esempio gli interessi dei bond, che vengono mantenuti nei bilanci delle società di clearing a causa delle sanzioni. Queste società, avendo a disposizione tali fondi, li investono e ne ricavano profitti. È stato interpretato a Bruxelles che queste sanzioni colpiscono principalmente le società di clearing, che traggono vantaggio dal congelamento di tali asset.
Questi extraprofitti, che ammontano a circa 3 miliardi di euro all’anno, saranno utilizzati per sostenere l’Ucraina, soprattutto sul fronte militare. Il 90% delle somme verrà destinato alla European Peace Facility, un’entità al di fuori del bilancio dell’Unione Europea utilizzata per finanziare gli aiuti militari all’Ucraina, mentre il restante 10% sarà impiegato per finanziare la Ukraine Facility, che fornisce assistenza macrofinanziaria allo Stato ucraino per sostenere il suo funzionamento durante il periodo di guerra.