Quattro militari italiani della missione UNIFIL sono stati feriti in un attacco con due missili sulla base di Shama, nel sud del Libano. Il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha dichiarato che i militari hanno riportato ferite lievi e nessuno è in pericolo di vita. Secondo Tajani, i missili sarebbero stati probabilmente lanciati da Hezbollah
Quattro militari italiani della missione UNIFIL sono stati feriti in un attacco avvenuto il 16 novembre presso la base di Shama, nel sud del Libano. L’attacco è stato effettuato con due missili, e il ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani, ha dichiarato che i militari hanno riportato ferite lievi e che nessuno è in pericolo di vita. Tajani ha aggiunto che i missili sarebbero stati probabilmente lanciati da Hezbollah, il gruppo militante libanese.
La missione UNIFIL, acronimo di United Nations Interim Force In Lebanon, è stata istituita nel 1978 per garantire il rispetto della “linea blu”, una linea di demarcazione tra Israele e Libano. Negli ultimi mesi, le basi UNIFIL hanno subito diversi attacchi, alcuni dei quali attribuiti anche all’esercito israeliano. Gli attacchi contro le basi UNIFIL sono fortemente contestati dalla comunità internazionale, poiché il personale delle missioni dell’ONU non dovrebbe mai essere colpito, indipendentemente dal contesto.
Attualmente, UNIFIL gestisce circa 50 piccole basi e postazioni sparse nel sud del Libano. La missione ha riferito di aver subito pressioni inaccettabili a seguito dell’intensificarsi degli scontri tra Hezbollah e Israele. Dopo l’inizio delle ostilità, l’esercito israeliano aveva ordinato all’UNIFIL di evacuare le basi situate entro cinque chilometri dalla linea blu, ma i paesi partecipanti alla missione, inclusa l’Italia, si sono rifiutati di obbedire a tali ordini, decidendo di mantenere le proprie forze nelle posizioni assegnate per rispettare il mandato dell’ONU.