ANSA – 2 colonnelli ucraini accusati di voler uccidere il presidente Zelensky

I servizi segreti ucraini hanno riportato di aver arrestato due colonnelli, accusati di aver complottato per assassinare il presidente Volodymyr Zelensky su ordine della Russia. Secondo quanto riportato dal Guardian, il Servizio di sicurezza dell’Ucraina (SBU) ha scoperto una rete di agenti russi che pianificava l’omicidio del presidente Zelensky e di altri funzionari governativi. I due funzionari dell’Amministrazione per la Sicurezza dello Stato sono stati denunciati per tradimento e complicità in un presunto attacco terroristico.

L’Ukrainska Pravda ha riportato che uno degli obiettivi della rete di intelligence russa era quello di reclutare militari vicini alla sicurezza del presidente per compiere l’assassinio. Oltre a Zelensky, i russi intendevano eliminare anche il capo della SBU Vasily Malyuk, il capo della Gur Kirill Budanov e altri funzionari di alto rango. Malyuk ha dichiarato che solo una cerchia ristretta di persone era a conoscenza di questa operazione speciale per smascherare gli agenti nemici. L’attacco terroristico, secondo Malyuk, avrebbe dovuto essere “un regalo a Putin per il suo insediamento”.

Parallelamente, l’esercito bielorusso ha annunciato di aver condotto esercitazioni per il lancio di armi nucleari tattiche, sollevando ulteriori preoccupazioni nella regione.

Tuttavia, l’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche ha dichiarato che le informazioni ricevute sul presunto uso di armi chimiche in Ucraina non sono “sufficientemente fondate”. L’Opac ha aggiunto di non aver ancora ricevuto una richiesta ufficiale per indagare su queste affermazioni, dopo che gli Stati Uniti hanno accusato la Russia di aver utilizzato l’agente tossico cloropicrina contro le truppe ucraine.

Il Guardian riporta che sia la Russia che l’Ucraina si sono accusate a vicenda presso l’Osservatorio mondiale sulle armi chimiche dell’Aia di aver utilizzato sostanze chimiche proibite sul campo di battaglia. L’Osservatorio ha aggiunto che “la situazione rimane instabile ed estremamente preoccupante per quanto riguarda il possibile riemergere dell’uso di sostanze chimiche tossiche come armi”, monitorando attentamente la situazione dalla invasione russa iniziata nel febbraio 2022.