Negli ultimi 40 anni l’Europa ha perso circa 600 milioni di uccelli (soprattutto passeri)
In Europa ci sono sempre meno uccelli. I cambiamenti climatici e le attività “distruttive” dell’uomo stanno causando un crollo della biodiversità in tutto il pianeta. Ad esempio, negli ultimi 40 anni l’Europa ha perso circa 600 milioni di uccelli (soprattutto passeri, ridotti di oltre 240 milioni di individui).
Un team internazionale, utilizzando i dati relativi a (quasi) tutti gli uccelli europei, ha stilato il rapporto più completo di sempre sulla situazione del continente.
La ricerca nasce grazie all’aggregazione di 2 database relativi agli uccelli europei:
- Quello del PanEuropean Common Bird Monitoring Scheme (PECBMS), un progetto di monitoraggio degli uccelli avviato nel 1980 e che coinvolge 26 Paesi dell’Unione su 28 (rimangono fuori Malta e la Croazia).
- Quello previsto dalla Direttiva Uccelli, dove vengono raccolti i dati dai singoli Paesi e comunicati obbligatoriamente ogni 6 anni all’Unione Europea.
In totale, lo studio ha analizzato la situazione di 378 specie native dell’Unione Europea (su un totale di 445) lungo un periodo di 40 anni, e ha “fotografato” l’evoluzione demografica degli uccelli che abitano in Europa.
I dati
Tra il 1980 e il 2017 (l’anno dei dati più recenti a disposizione) la popolazione totale di uccelli in Europa, di qualsiasi specie, è calata tra il 17% e il 19%, con una perdita di individui stimata tra i 560 e i 620 milioni.
In realtà, però, il numero di esemplari scomparsi è ancora più alto: circa 900 milioni (ai quali vanno sottratti i circa 340 milioni in più che appartengono a quelle poche specie che stanno prosperando invece di calare).
Il calo numerico è concentrato in particolare in poche specie molto diffuse: il passero ha visto dimezzata la propria popolazione (con una perdita di 247 milioni di esemplari), la cutrettola (con una perdita di quasi 100 milioni di esemplari) e lo storno (con una perdita di quasi 75 milioni di esemplari)
Ci sono, però, altre specie di uccelli che stanno facendo il percorso opposto: negli ultimi 20 anni, gli sforzi di conservazione e protezione hanno portato i numeri di certe specie (tra cui il merlo e 7 diversi rapaci) a crescere.
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